Il Senato propone sette ore di lavoro non retribuito all'anno per colmare il deficit della previdenza sociale, generando 2,5 miliardi di euro per l'autonomia. Questa misura è stata difesa da Gérard Larcher sulle colonne del JDD.
Per ridurre il deficit della previdenza sociale, la Commissione Affari Sociali del Senato propone un meccanismo secondo il quale i dipendenti lavoreranno sette ore straordinarie durante l'anno senza retribuzione. Questa alternativa all'eliminazione dei giorni festivi potrebbe generare 2,5 miliardi di euro per finanziare il ramo dell'autonomia.
Gérard Larcher, presidente del Senato, ha sostenuto questa misura con il JDD. “Questa misura è sostenuta dal Senato da diversi mesi. Lo riprenderemo, non necessariamente sotto forma di eliminazione di un giorno festivo, ma sull’idea di sette ore di lavoro e di produzione aggiuntive”, ha indicato.
Ha sottolineato in particolare la necessità di uno sforzo congiunto di fronte alle sfide dell’invecchiamento. “Non possiamo lamentarci costantemente del fatto che non rispondiamo alla questione dell’autonomia e dell’invecchiamento senza rispondere con un approccio di solidarietà”, ha chiarito, invitando al dialogo con le parti sociali.
Il Senato non prevede una riduzione del deficit della Previdenza Sociale
I termini di queste ore gratuite rimarrebbero flessibili, consentendo alle aziende di decidere se concentrarle in un giorno o distribuirle nell’arco dell’anno. In cambio è previsto un aumento del contributo del datore di lavoro dallo 0,3% allo 0,6%.
La commissione per gli affari sociali propone inoltre di limitare a tre miliardi le riduzioni previste delle tasse, a differenza dei quattro miliardi del governo, per tutelare l'occupazione. Secondo questi emendamenti, il deficit della previdenza sociale rimarrebbe bloccato a 16 miliardi di euro.
Infine, si prevede che l’aumento delle tasse comportamentali, come quelle sul tabacco e sullo zucchero, porterà altri 150 milioni di euro. Il Senato, però, esclude le scommesse ippiche dall'imposta sui giochi, dopo la rabbia suscitata in questo settore.