Par
Chantal Pape
Pubblicato il
16 novembre 2024 alle 18:00
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“Tempeste, inondazioni… i danni derivanti cambiamento climatico colpiscono ogni anno numerose aziende agricole e territori, in modo sempre più violento e frequente”, rileva la Confederazione contadina. Un anno dopo la tempesta Ciaran, che aveva causato gravi danni nel Finistère, una ventina dei suoi membri si sono mobilitati il 5 novembre davanti all'agenzia Groupama a Morlaix.
“Un disastro”
“Certamente, il regime delle calamità era imperfetto”, afferma Thomas Gibert. “Ma almeno aveva la qualità di essere universale.” E il segretario nazionale della Confederazione contadina, incaricato del dossier assicurazione agricola denunciare il nuovo regime. “La riforma assicurativa sostenuta dalla FNSEA lo è un disastro “. Così l’apicoltura e l’orticoltura diversificata “sono state dimenticate”.
Contratti per tutte le produzioni
La Confederazione contadina chiede quindi che si possano offrire contratti di assicurazione tutti gli agricoltoriqualunque sia la loro produzione. “E vorremmo che questi contratti venissero stipulati in modo trasparente, in modo da poter giudicare la loro efficacia.
Lo chiede anche il sindacato contrattazione collettiva di questi contratti. E senza risposta da parte degli assicuratori privati per mesi, la settimana scorsa ha deciso di battere il pugno sul tavolo, bloccando l'agenzia Groupama da Morlaix a mezzogiorno e mediante l'apposizione di adesivi sulla parte anteriore. “Abbiamo finalmente ottenuto un incontro entro due settimane con la persona nazionale responsabile del dossier”.
“La situazione è esattamente la stessa con l'altro assicuratore del mondo agricolo, Pacifica”, denuncia Thomas Gibert. «Ma poiché dipende da una banca, il Crédit Agricole, non volevamo correre il rischio confondere il messaggio ».
Finanziato a monte e a valle
Ma a lungo termine questo sistema assicurativo non conviene alla Confederazione dei contadini. “Stiamo conducendo una campagna per la creazione di a fondo mutuo e di solidarietà di fronte ai rischi climatici”, spiega il sindacato. “Non c’è motivo che gli agricoltori debbano essere gli unici a finanziarlo”, aggiunge Thomas Gibert. “Il rischio climatico riguarda l’intero settore: deve esserlo quindi anche il fondo abbondavano dagli attori di a monte e a valle dall’agricoltura alla grande distribuzione.
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