mancanza di investimenti nella ricerca, propensione al rischio…”

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L'ex primo ministro italiano ed ex presidente della Banca centrale europea Mario Draghi (a destra) accanto al presidente della Repubblica Emmanuel Macron (a sinistra), durante una tavola rotonda su “Il futuro della competitività europea”, al Collège de , a Parigi, il 13 novembre 2024. TERESA SUAREZ/AFP

La sala era in piedi ed era visibilmente entusiasta. L'anfiteatro Marguerite-de-Navarre del Collège de France era gremito per ascoltare il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, scambiarsi opinioni con l'ex presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, mercoledì 13 novembre. Il professore di economia del College, Philippe Aghion, li ha riuniti per discutere di un argomento poco entusiasmante, la disconnessione dell'Europa dall'America, tema del rapporto scritto da Draghi per la Commissione europea.

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I forti applausi di questa platea di intellettuali, politici, economisti e industriali hanno elogiato la spaventosa chiarezza dell'osservazione più che la pertinenza delle soluzioni proposte. L'immagine scioccante che riassume la situazione è stata fornita dall'economista Antonin Bergeaud nella sua presentazione preliminare. Nel 2005, negli Stati Uniti, le prime cinque società che hanno depositato brevetti di ricerca erano Procter & Gamble, 3M, General Electric, DuPont e Qualcomm. Dal grande pubblico, all'elettricità, alla chimica e alle telecomunicazioni.

Lo stesso anno, in Europa, Siemens, Bosch, Ericsson, Philips e BASF hanno monopolizzato i primi 5. Più o meno gli stessi settori su entrambe le sponde dell’Atlantico. Nel 2023, i primi cinque americani sono Microsoft, Apple, Google, IBM e Qualcomm. Digitale a tutti i livelli. In Europa sembra un copia e incolla del 2005: Bosch, Ericsson, Philips, BASF, solo il chimico Bayer ha sostituito Siemens.

Emarginazione economica

Questo confronto mostra due cose essenziali. Da un lato, la sorprendente capacità del capitalismo americano di rinnovarsi. E dall’altro il violento spostamento verso il settore digitale. Soltanto quest'ultima spiega il declino dell'Europa. La constatazione diventa improvvisamente una notizia scottante quando ci rendiamo conto che le aziende digitali, come l’americana Tesla o la cinese BYD, sono diventate il peggior incubo delle case automobilistiche europee. Il loro ultimo baluardo tecnologico attaccato da un'azienda californiana produttrice di batterie per smartphone.

Macron e Draghi hanno identificato chiaramente il problema: mancanza di investimenti nella ricerca, propensione al rischio, ecosistema finanziario… Ma l’Europa, secondo Bergeaud, sta anche perdendo produttività e quindi capacità di crescere e creare ricchezza perché lavorano meno degli americani e degli asiatici. Una scelta sociale che tutto il mondo invidia ma che ha il suo rovescio della medaglia, l’emarginazione economica che limita la capacità di reazione alle sfide geopolitiche e ambientali… Tanti limiti del macroniano “allo stesso tempo”, colpito dalla durezza dei tempi nuovi .

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