Se lo staff francese ha avuto la tentazione fino alla fine di far partire Uini Atonio in delicatezza con il suo polpaccio, è perché è ben consapevole che la sua mischia si evolve tra due acque da diversi mesi. E che contro gli All Blacks questo settore è sempre stato cruciale per i Blues…
Conosciamo il vecchio adagio, ripetuto fin dall'inizio dei tempi del rugby, secondo il quale nessuna mischia è mai uguale alla precedente e una partita non è mai uguale all'altra, nell'ambito delle prove collettive di forza. Precetti più volte branditi dalla fratellanza di prima linea che sono anche – e soprattutto – un mezzo per coltivare l’umiltà, nei confronti di un settore del gioco che esige più di un altro questo valore fondamentale. Resta il fatto che, nonostante tutte queste buone sensazioni, alcune tendenze globali possono confermarsi nel tempo. Per quanto riguarda la mischia del XV di Francia, è chiaro che gli ultimi mesi non sono stati buoni…
Ricordiamo che, durante i quarti di finale della Coppa del Mondo 2023 contro gli Springboks, l'ottavo francese ha subito un affronto nell'esercizio della forza collettiva. Rischia di minare la sua fiducia? Non possiamo dirlo con precisione, se non constatare che, durante l'ultimo Torneo, la scarsa forma fisica e il sovrappeso dei sopravvissuti al Mondiale 2023 avevano un po' indebolito un edificio precedentemente elogiato per le sue prestazioni, come l'ultima complicata partita contro l'Inghilterra a Lione. E se i Blues avevano dato l'impressione di risollevare la situazione in grande stile a Mendoza, vincendo la mischia dei Pumas sulla scia di un impressionante trio Gros-Barlot-Colombe, questo miglioramento non è stato purtroppo confermato nel successivo test di Buenos Aires, che ha visto il pacchetto tricolore (che era ulteriormente appesantito dagli infortuni di Colombe poi di Bamba) essere schiacciato, al punto da accettare una meta da rigore e risolversi al piccolo peccato della carenza…
Il grande incontro di Tevita Tatafu
Da allora? Lo staff francese ha scommesso grosso, grossissimo, sull'emergere di Tevita Tatafu, il prodigio del Bayonne annunciato come un mostro in mischia chiusa, al punto da averlo convocato l'estate scorsa quando non era ancora selezionabile, per meglio calibrarlo prima del suo calendario. lancio questo autunno. Verdetto? “Ha fatto una grande prestazione contro il Giappone.ha commentato con un po' di enfasi il suo allenatore William Servat. Non è mai facile iniziare in Nazionale e Tevita ha risposto. […] Con lui non è ancora tutto perfetto ma ha solo 22 anni, farà carriera in termini di ingaggio, in mischia… Questo ragazzo ha volontà, vi ricordo che ha perso più di venti chili da giugno ad essere in grado di candidarsi con noi. Ha una forma corporea che si presta a questa posizione e al nostro stile di gioco.”
Certamente. Solo che l'altissimo livello si giudica anche nel breve periodo e, contro il Giappone, Tevita Tatafu e il branco del XV di Francia non si sono mostrati imperiali come ci si aspettava, anche aspettando l'ondata di allenatori e l'ingresso del Wardi -Trip-Marchand-Colombe che prendono nettamente il sopravvento sui giapponesi. Cosa c'è da preoccuparsi prima dell'accoglienza degli All Blacks, che si sono rivelati molto più efficaci del previsto contro l'Inghilterra e poi l'Irlanda? Senza dubbio un po'…
Attenzione al banco nero
Ecco perché, appena ripresosi da un problema muscolare al polpaccio (mai un infortunio banale per un giocatore della sua stazza), Uini Atonio, i suoi 37 anni e i suoi 145 chili speravano da tempo contro la Nuova Zelandacon bei ricordi della partita d'apertura degli ultimi Mondiali durante la quale il Rochelais ha imposto la sua legge ai neozelandesi recuperando diversi rigori pregevoli. Tranne che… “Uini si sta ancora riprendendo, William Servat ha annunciato questo martedì. Lo teniamo con noi ma viste le piccole ricadute che ha avuto al polpaccio potrà candidarsi solo la prossima settimana, contro l'Argentina”.
Da qui la necessità di rimandare in combattimento Tatafu nonostante le sue attuali mancanze, con la missione prioritaria di temporare la mischia il più a lungo possibile. Perché al di là dei pilastri titolari Tamaiti Williams e Tyrel Lomax, il XV di Francia teme soprattutto la seconda lama neozelandese, composta da Ofa Tu'ungafasi e Pasilio Tosi, particolarmente efficaci quando entrano in gioco gli All Blacks hanno profondità panchina che non avevano poco più di un anno fa. Tanto da rendere ancora più difficile la sfida degli azzurri. Partendo dal principio che il punto comune nella storia di tutte le vittorie francesi contro la Nuova Zelanda è sempre stato una mischia dominante, le prime linee blu non avranno altra scelta che giocare una delle partite della loro vita sabato sera…