Infatti, in un comunicato stampa, l’UE del maggio 2024 ricorda che il Senegal era stato designato come paese non cooperante nella lotta alla pesca illegale, sottolineando così il suo impegno contro la pesca illegale e ricordando diversi anni di discussioni con le autorità senegalesi.
Pertanto, l’UE condiziona qualsiasi estensione dell’accordo a progressi concreti da parte del Senegal nella lotta contro la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (IUU). “La Commissione europea ha pre-identificato il Senegal come paese non cooperante nella lotta contro la pesca INN. Questa decisione rientra nella politica di tolleranza zero dell’UE nei confronti della pesca INN e fa seguito a diversi anni di discussioni con le autorità senegalesi”, si legge nel comunicato stampa.
Questo periodo di sospensione dell’accordo di pesca non è il primo. Tra il 2006 e il 2014, l’UE e il Senegal hanno sospeso la loro partnership per riconsiderare i termini della loro cooperazione. L’ultimo incontro tra le due parti, il 5 e 6 novembre a Bruxelles, ha permesso di instaurare un dialogo costruttivo, nella speranza di correggere le attuali debolezze del sistema di pesca senegalese. L’UE si dichiara pronta a sostenere il Senegal nei suoi sforzi per raggiungere gli standard richiesti.
In una prospettiva valutativa, l’UE elenca il proprio contributo annuale a questo accordo che terminerà il 17 novembre 2024. “Nell’ultimo quinquennio (2019-2024), ha apportato al bilancio dello Stato senegalese un contributo di 8,5 milioni di euro, ovvero più di 5,5 miliardi di franchi CFA, a cui vanno aggiunte le royalties pagate dagli armatori. “Una busta da 900.000 euro all’anno (590 milioni di franchi CFA)”, si legge nel comunicato.
Questo contributo finanziario ha sostenuto diversi progetti di sviluppo nel settore della pesca in Senegal, si legge. L’Ue precisa infine che, negli ultimi cinque anni, le catture europee si sono limitate al tonno e al nasello nero, che rappresentano meno dell’1% del totale delle catture nelle acque senegalesi.