cosa sono questi sassolini dipinti che troviamo in campagna?

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Editoriale Coulommiers

Pubblicato il

10 novembre 2024 12:30

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Virginie Cousin si occupa di un servizio di Centro di azione sociale intercomunale (CIAS) di Sézanne, lo spazio Solid’Age che offre vari laboratori per i suoi membri over 60 per rompere l'isolamento.

Insieme, raggiungono un vero e proprio caccia al tesoro con piccoli sassolini. “Durante un'escursione di due anni fa abbiamo trovato un sasso a Esternay e i partecipanti mi hanno chiesto se fosse possibile realizzarne uno”, confida il trentenne. Allora all'inizio dell'anno cercavo i sassi nei campi. L'abbiamo fatto laboratori per dipingerli e poi ne abbiamo nascosti alcuni nel 11 comuni intorno a Sézanne durante le nostre escursioni.

Un gioco senza fine

Una volta scoperto un ciottolo, il suo inventore lo tiene per sé oppure lo sposta, indicando sempre la sua scoperta, cosa ne fa e dove lo ha spostato su uno dei numerosi Pagine Facebook dedicate a questa attività.

Ma da dove nasce questa insolita caccia al tesoro? “Si chiama” amore sulle rocce“, viene dall'Inghilterra. Si è diffuso in Francia durante il parto. » spiega Virginie Cousin.

Un'attività che, secondo lei, dà ulteriore interesse alle passeggiate in campagna: “ognuno è libero di dipingere e nascondere i sassolini dove vuole. L'obiettivo è segnala il tuo ritrovamento sulla pagina con una foto del sassolino e una del luogo in cui è nascosto e con scritto la città e la via. Quando ne troviamo uno, andiamo alla pagina scritta sul retro e segnaliamo che l'abbiamo trovato e se verrà nuovamente nascosto o mantenuto. Ora possiamo registrarli per geolocalizzarli su un sito. »

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Quanto ai ciottoli di Virginie Cousin, informazioni sui suoi piccoli tesori possono essere indicate sul gruppo Facebook #Trouvemongalet51 che riunisce un gran numero di villaggi.

Inoltre, per ogni dipartimento, ci sono una o due pagine Facebook il cui nome inizia con #Findmongalet seguito dal numero del dipartimento.

Il suo primo ciottolo è stato ritrovato nel 2020, durante la reclusione, e poi, poco a poco, altri, fino a Verdun, “sul forte di Douaumont e nascosti a Montmirail”.

Da allora, Virginie Cousin ha lavorato per crearne uno proprio, come quello scoperto da un bambino vicino a un lavatoio di Esternay.

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