L’elezione di Donald Trump potrebbe costare caro alle imprese belghe, con la minaccia di nuove tasse doganali e aumenti dei costi energetici. Sono in gioco anche migliaia di posti di lavoro in Europa, avvertono gli economisti.
Il Belgio, da solo, non potrebbe imporre dazi doganali sui prodotti americani: questa è una decisione che deve essere presa a livello europeo. Tuttavia, questa unità europea è messa alla prova dalle minacce di Donald Trump, che prevede di aumentare i dazi doganali sulle importazioni europee, una misura che colpirebbe sia il Belgio che l’intera Unione Europea.
Per l’economista Bruno Colmant, l’Europa si trova in una situazione delicata, avendo pochi mezzi di pressione contro gli Stati Uniti. “Se aumentiamo le nostre tariffe per ritorsione, Donald Trump le aumenterà ancora di più,” spiega, ricordando che Trump ha già minacciato Emmanuel Macron di dazi fino al 100% su alcuni prodotti francesi.
L’economia europea in pericolo
Un aumento generale dal 10 al 20% dei dazi doganali da parte degli Stati Uniti sarebbe uno scenario catastrofico per l’economia europea, che porterebbe ad un calo del PIL della zona euro stimato all’1% secondo Goldman Sachs, o addirittura fino all’1%. Nel peggiore dei casi, il 5% entro il 2028. Anche i posti di lavoro ne risentirebbero: la Federazione danese dell’industria stima che 300.000 posti di lavoro nell’UE sarebbero minacciati se queste tariffe doganali venissero applicate.
Per Bruno Colmant è urgente che l’Europa metta fine alle sue divisioni e adotti strategie commerciali coordinate. Una priorità dovrebbero essere gli investimenti nell’innovazione e nell’industria, per ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti. Allo stesso tempo, l’UE sta esplorando nuove vie di cooperazione che potrebbero ridurre la minaccia dei dazi doganali, in particolare rafforzando l’importazione di gas naturale liquefatto (GNL) dagli Stati Uniti, al fine di ridurre il deficit commerciale che allarma Donald Trump.
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