Aprile 2022-novembre 2024. Stéphane Rouvé, prefetto della Côtes-d'Armor, avrà trascorso due anni e mezzo nel dipartimento. Eccolo in viaggio per Parigi, senza dire altro. “Non posso ancora specificare quale posizione”, si scusa. Il suo successore, François Guillotou de Kerever, dovrebbe entrare in carica domenica 10 novembre, lunedì 11.
Nel salutare, venerdì 8 novembre, i suoi colleghi, gli eletti della regione, gli attori economici e tutti coloro con cui è stato in contatto, Stéphane Rouvé non ha voluto fare il punto. Ha raccontato le sue impressioni e i suoi ricordi di un reparto che lascia “con rammarico”.
Accoglienza dei profughi, Ciaran, crisi agricola
Attraverso scambi spesso cortesi, “a volte ruvidi, ma sempre franchi”, ha saputo stringere un legame con coloro che danno vita a questo dipartimento. Va detto che la rappresentanza dello Stato non è stata risparmiata dalle crisi e dalle difficoltà da superare. Dall'accoglienza dei primi sfollati ucraini alla tempesta Ciaran, passando per le tensioni attorno al progetto privato di accoglienza dei rifugiati a Callac, sulla sua scrivania si sono accumulati fascicoli spinosi. Senza dimenticare, ovviamente, l’influenza aviaria, episodio durante il quale si è dovuto macellare più di un milione di volatili, e le preoccupazioni del mondo agricolo emerse nell’autunno del 2023.
Roudourou e il GR34
Durante questi due anni e mezzo, Stéphane Rouvé è stato testimone di un mondo in fermento e di “una società che sta perdendo l'orientamento”, come lui stesso la analizza. Come prova, cita gli insulti, gli attacchi verbali e fisici contro gli eletti ai quali ha voluto rendere omaggio questo venerdì 8 novembre.
In termini di bei ricordi, anche se avrebbe voluto goderseli di più, conserverà le partite dell'En Avant Guingamp, o anche del Brest in Champions League, in uno stadio inglese, quello del Roudourou. D'ora in poi, le sue passeggiate sul GR 34 lo accompagneranno nella capitale.