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Editoriale Parigi
Pubblicato il
8 novembre 2024 alle 6:58
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Il giudice sommario di tribunale amministrativo di Parigi ha convalidato il fermezza amministrativa di tre mesi che erano stati inflitti a a bar-ristorante del 19° arrondissement della capitale che si ostinava a far fumare i suoi clienti “fuori dalla sala fumatori”.
Lo stabilimento, situato in rue Cavendish, era già stato informato di una prima chiusura “di due mesi” il 29 maggio 2024 dal prefetto della polizia di Parigi. Ma poi i servizi di polizia hanno effettuato dei controlli il 31 maggio e il 1° giugno 2024, e hanno constatato che lo stabilimento non era stato chiuso “malgrado il provvedimento pronunciato” pochi giorni prima.
Clienti che fumano “fuori dalla sala fumatori”
I clienti erano stati visti anche fumare “chisha” “fuori dalla sala fumatori”. Il 12 agosto 2024 Laurent Nuñez ha quindi dichiarato una nuova chiusura amministrativa, questa volta per un periodo di “tre mesi”. Il bar-ristorante ha poi deferito d'urgenza la questione al tribunale amministrativo di Parigi.
Gli effetti di questa misura hanno dovuto essere sospesi poiché “l'equilibrio finanziario dello stabilimento è minacciato a breve termine”. La chiusura comporta sì una “perdita di fatturato”, ma deve comunque far fronte a “oneri fissi”, come aveva attestato anche il suo commercialista.
“La condizione di urgenza cui è subordinata l’emissione di un provvedimento sospensivo deve ritenersi soddisfatta quando la decisione impugnata arreca un danno sufficientemente grave ed immediato ad un interesse pubblico, alla situazione del ricorrente o agli interessi che questi intende difendere ”, esordisce richiamando il giudice in giudizio sommario in un'ordinanza del 17 settembre 2024, appena resa pubblica.
“Nessuna emergenza dimostrata”
Ma, in questo caso, le “semplici affermazioni” della società e “l'assenza di documenti contabili a sostegno delle lamentate difficoltà finanziarie” non consentono di dimostrare “l'esistenza di un danno sufficientemente grave ed immediato” tale da richiedere “l'intervento con breve preavviso” di un giudice sommario “senza attendere una pronuncia sulla legittimità della decisione di merito”, ritiene il magistrato parigino.
L'”unica” attestazione redatta dal commercialista della società si limita inoltre ad affermare, in “maniera generale”, la “grande difficoltà finanziaria [de la société] dalla chiusura amministrativa” e il “rischio di cessazione dei pagamenti” che ne deriva.
Ciò, tuttavia, “non può sostituirsi alla giustificazione richiesta”, respinge il giudice sommario del tribunale amministrativo di Parigi, in mancanza di “qualsiasi documento contabile o qualsiasi dato preciso” sullo “stato dei flussi di cassa” o “sull'importo delle spese da erogare nel breve termine”.
“Mancata giustificazione delle circostanze che caratterizzano una situazione di emergenza […]c'è motivo di respingere la richiesta in tutte le sue conclusioni”, ha concluso il magistrato.
L'imprenditore può sempre sperare di vincere la causa nel merito, previo riesame della causa da parte di tre giudici togati riuniti in formazione collegiale, entro un termine compreso tra diciotto mesi e due anni. Se questa volta il tribunale amministrativo di Parigi lo seguisse, il ricorrente potrebbe chiedere il risarcimento dei vari danni subiti.
/CB (PressPepper)
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