Durante il suo ultimo interrogatorio davanti ai giudici questo mercoledì 6 novembre, la presidente dei deputati della RN si è rammaricata di essere minacciata di una sanzione di ineleggibilità che “avrebbe la conseguenza di privarla” di una candidatura nel 2027. L'ipotesi è però improbabile grazie a rimedi legali.
Marine Le Pen ha provato a toccare le corde del cuore? Presente mercoledì pomeriggio davanti ai giudici del tribunale penale di Parigi nell'ambito del processo del Rassemblement National, l'ex presidente del partito era preoccupata per il suo futuro politico. Marine Le Pen rischia dieci anni di carcere, un milione di euro di multa e dieci anni di ineleggibilità.
“Sono una candidata alla presidenza”, ha lanciato il presidente dei deputati della RN, rammaricandosi che “l'automaticità di una sentenza di ineleggibilità avrebbe la conseguenza di privarla” della corsa all'Eliseo.
Una convinzione che avrebbe un effetto negativo
Dal 30 settembre i giudici stanno valutando il caso degli assistenti parlamentari del partito Frontistaun fascicolo di sospetti su lavori fittizi mirato a sottrarre denaro al Parlamento europeo a beneficio del partito.
Nonostante la presenza molto diligente di Marine Le Pen che ha insistito a difendersi punto per punto, gli imputati hanno avuto grandi difficoltà a convincere i giudici della realtà dell'assunzione dei loro assistenti parlamentari che avrebbero dovuto lavorare per il Parlamento europeo, come previsto dal regolamento interno dell'istituzione.
Abbastanza per preoccupare l'ex capo del partito con la fiamma che rischia grosso mentre gioca da mesi la carta del perbenismo e dell'istituzionalizzazione dei suoi deputati all'Assemblea nazionale.
“Dietro (me) ci sono milioni di francesi che, di fatto, verrebbero privati del loro candidato presidenziale”, ha ulteriormente infastidito Marine Le Pen al timone.
Una convinzione che gli impedirebbe di correre improbabili
Ma la sentenza di una eventuale pena di dieci anni di ineleggibilità può davvero impedirgli di candidarsi nel 2027? È certo che in caso di sanzione di ineleggibilità l'eletto ricorrerebbe in appello contro la sua sentenza. Esistono infatti numerose vie di ricorso, dal semplice ricorso alla Corte di Cassazione, che dura diversi anni.
Finché la condanna non è definitiva, non si applicano sanzioni legali. Basti dire che una eventuale sentenza di ineleggibilità pronunciata in via definitiva prima del 2027 appare improbabile.
Affinché il tribunale penale di Parigi possa davvero avere un impatto sul calendario elettorale di Marine Pen, il tribunale dovrebbe ordinare l'esecuzione provvisoria della sua sentenza di ineleggibilità. In tal caso, i futuri ricorsi legali non sospendono questa sentenza.
Concretamente ciò significherebbe che la deputata perderebbe il suo mandato alla fine del processo ma potrebbe riconquistarlo in appello. L'ipotesi, però, non è delle più probabili: una decisione del genere mirerebbe ad evitare ogni reiterazione di Marine Le Pen. Ma lei non è più deputata al Parlamento europeo, il che rende ipotetica la ripetizione dei fatti asseriti.
Il processo è in programma fino al 27 novembre. Martedì si svolgeranno le difese degli avvocati del Parlamento europeo, parte civile nel processo, prima delle richieste della Procura mercoledì.
Marie-Pierre Bourgeois e Sophie Dupont