La vittoria di Trump: effetto farfalla in Francia?

La vittoria di Trump: effetto farfalla in Francia?
La vittoria di Trump: effetto farfalla in Francia?
-

Considerata la valanga di reazioni da questa mattina, da quelle nazionali a quelle locali, dall'Eliseo a… la presidentessa regionale Carole Delga… Si tratta chiaramente di un grande evento politico globale, un cambiamento che ogni campo ha integrato nella propria equazione strategica per il futuro…

Apriamo la scacchiera: c'è un prima e un dopo per l'esecutivo?

Emmanuel Macron è stato il secondo leader europeo (8:54) dopo l'ungherese Viktor Orban (8:26), a congratularsi con Donald Trump. Senza nemmeno aspettare il conteggio finale.

Congratulazioni e, allo stesso tempo, un comunicato offensivo, per dire che con la cancelliera tedesca si “lavorerà per un’Europa più unita, più forte, più sovrana”. Messaggio rilanciato da Michel Barnier, al Consiglio dei ministri, e il suo monito contro “si salvi chi può”.

Quindi, se ti seguo, all'inizio, l'accelerazione di un'agenda pro-europea per tutti gli eurofili?

Trasformare la crisi in un vantaggio. O come il discorso di Emmanuel Macron alla Sorbona potrebbe trovare una seconda vita, proprio nel momento in cui il presidente francese è più indebolito…

Questa è la palla colta anche da Raphael Glucksmann, per il quale gli europei sono ormai soli “di fronte al proprio destino”.

Ma quante divisioni? Dobbiamo vedere se il trumpismo non sta già facendo girare la testa ai leader italiani, olandesi, slovacchi e soprattutto ungheresi. Con la tentazione di andare oltre Bruxelles per trattare direttamente con la Casa Bianca.

Che impatto a sinistra?

Segno che le cose si mettono male, la sconfitta di Kamala Harris sta già producendo un regolamento di conti all'interno della stessa sinistra franco-francese! È questo tweet di Jean-Luc Mélenchon…

Del resto apro una parentesi, ma d'ora in poi qualunque politico che parli sulla rete “X” deve sapere che lo fa attraverso un canale vicino alla Casa Bianca, visto che Elon Musk, il suo proprietario, entrerà presto a far parte della rete Trump. amministrazione.

Insomma Jean-Luc Mélenchon che scrive: “Quando non c’è più la sinistra, non c’è più limite alla destra”. E il deputato della LFI Antoine Léaument, per il quale Kamala Harris ha perso perché “faceva il ruolo di Hollande”, un “percorso morbido che porta l'estrema destra al potere”. Sinistre inconciliabili, continua. Il PS sta attualmente convocando un comitato esecutivo straordinario per imparare la lezione del voto americano.

E l'agenda, dell'estrema destra, modificata o no?

Intuitivamente immaginiamo esultante Marine Le Pen, colei che sognava, nel 2017, di incontrare Trump nella sua Torre. È più complicato di così.

I veri appassionati si contano sulle dita di una mano: Eric Ciotti, Eric Zemmour, Marion Maréchal, Sarah Knafo, che salutano la sconfitta di un “sistema”, del “wokismo”, del “socialismo”, dell'immigrazionismo ecc.. La strada da seguire per i diritti in Francia.

Ma al Raduno Nazionale si è molto più cauti.

E come si spiega questo?

Chi soffrirà del protezionismo portato avanti da Trump? Il Made in , le nostre fabbriche, i nostri agricoltori. A quel punto non ci sarà più niente di carino nello zio Trump. E riguardo all’Ucraina, la Marina Militare rovinerebbe tutti i suoi sforzi di demonizzazione per diventare di nuovo cugino di Putin?

Attenzione, quindi, e perfino uno spettacolare spostamento semantico! Nel suo comunicato stampa, Jordan Bardella ha affermato che queste elezioni dovrebbero “suonare come un campanello d'allarme per noi francesi ed europei”. Che dobbiamo “ripensare il nostro rapporto con il potere e l’autonomia strategica”. Avete sentito bene: il presidente del RN copia e incolla concetti macronisti.

Quindi sì, in meno di 24 ore, la vittoria di Trump spingerà ogni staff all’introspezione.

Certo, non esiste l’equivalente di un Trump francese, niente affatto di Trump mania (anzi, si preoccupa!), ma gli ingredienti del trumpismo ci sono: ansia identitaria, migrazione, realtà o sensazione di declassamento, nostalgia di un passato mitizzato. Le stesse cause producono gli stessi effetti.

E la più grande democrazia ha appena eletto l’uomo che i nemici della democrazia di tutto il mondo sognavano di vedere alla Casa Bianca… In Francia, la prova è il 2027, o addirittura il 2025, se Emmanuel Macron si scioglie.

-

PREV Originario del Lot-et-Garonne, vendeva su Internet animali di peluche pericolosi per bambini
NEXT le nostre idee per le gite del weekend del 23 e 24 novembre