Dnegli ultimi giorni i trattori hanno lasciato le aziende agricole e sono tornati sulla via della protesta e delle rivendicazioni. La rabbia cova da mesi, dopo essere esplosa all’inizio dell’anno, un periodo calmato da promesse non mantenute. I rischi climatici e sanitari hanno ostacolato il ritorno ai campi degli agricoltori, sprofondati in una crisi dalla quale non vedono via d’uscita. Promettono: a metà novembre torneranno a combattere.
1 Il Mercosur accende la miccia
Se dopo le manifestazioni invernali i motivi di disperazione per gli agricoltori si sono moltiplicati, è la prospettiva di nuovi negoziati su un accordo di libero scambio UE-Mercosur ad accendere la miccia. Il lucignolo della rabbia che rimbombava sottoterra e che i contadini, presi dalle turbolenze climatiche e sanitarie, non hanno avuto altra scelta se non quella di tenere in gola. Scoppierà e le prime mobilitazioni qua e là, come quella del 21 ottobre in Gironda, sono solo le prime scintille.
Di questo accordo UE-Mercosur, cioè tra l’Unione Europea e l’Alleanza dei paesi sudamericani, si parla da quasi venticinque anni senza, però, essere firmato nel 2019, essendo stato ratificato. Tuttavia, mentre la Francia, di fronte alle mobilitazioni agricole, ha riaffermato, all’inizio del 2024, la sua opposizione a questo trattato di libero scambio, la Commissione europea ha portato avanti i negoziati. La ratifica potrebbe essere siglata il 18 novembre durante il vertice del G20 a Rio.
Sulla carta, il trattato mira a ridurre le barriere tariffarie tra i due blocchi commerciali. Nella pratica futura, gli agricoltori francesi vedono questo come un ingresso più facile nel mercato europeo di prodotti “lontani dagli standard imposti alle industrie agroalimentari e agli agricoltori europei”, in particolare in termini di utilizzo di prodotti fitosanitari e di benessere degli animali anche il diritto del lavoro. E puntare il dito contro la “concorrenza sleale”.
2 Le febbri aumentano e i raccolti falliscono
E negli ultimi mesi il Mercosur non ha fatto altro che capovolgere una barca molto carica. Se la rabbia agricola è stata sospesa sulle promesse, i rischi climatici e sanitari non hanno fatto altro che alimentarla. Le piogge torrenziali dell'inverno e della primavera hanno ritardato la semina e hanno influito sul raccolto francese di grano tenero con un calo di 26 milioni di tonnellate (-26%) rispetto al 2023, ovvero un fatturato di 3 miliardi di euro in forte aumento, il peggiore raccolto degli ultimi quaranta anni.
Per gli allevatori, ciò significa meno foraggio quando sono colpiti da rischi per la salute: la malattia emorragica epizootica (EHD), introdotta in Francia nell’autunno del 2023, che colpisce i bovini e la febbre catarrale degli ovini (BFT) del sierotipo 3 che aggiunge una nuova ombra mortale i capi di ovini e bovini – quando FCO 8 è già installato da diversi anni… Certo, i vaccini sono usciti dai laboratori ma non ce n'è uno per tutti e non sono tutti sostenuti dallo Stato.
A proposito di vaccinazioni, le papere hanno diritto alla seconda campagna, ma lo svantaggio è che lo Stato copre solo il 70% dei costi (rispetto all'85% della prima).Rif campagna) e solo fino a dicembre 2024… in attesa che il nuovo governo si impegni per il futuro…
3 Promesse dissolte
Se il mondo agricolo si solleva è perché le difficoltà si susseguono senza che la sua situazione venga presa in considerazione a livello legislativo. Va detto che lo scioglimento dell'Assemblea nazionale, nel giugno scorso, ha fatto crollare i testi che le erano stati promessi. La legge sull'orientamento agricolo? Ci sono voluti più di due anni di gestazione, un rifacimento totale all'indomani delle manifestazioni e l'adozione con il forcipe in prima lettura da parte dei deputati, prima che lo scioglimento gli tagliasse le gambe.
La questione dei prezzi e della remunerazione degli agricoltori? Anche lì due deputate, tra cui Charentaise Anne-Laure Babault, sono state incaricate di una missione governativa sull'argomento, incentrata sulla versione 4 della legge EGalim. Interviste, consultazioni… e lo scioglimento hanno lasciato tutto in sospeso.
Per tutta l’estate gli agricoltori hanno messo in guardia i politici, chiedendo loro di farsi carico con urgenza della causa agricola. La ministra Annie Genevard ha affermato pochi giorni fa “che la legge sull’orientamento agricolo riprenderà il suo cammino al Senato prima della fine dell’anno”, e si parla di una seduta pubblica in Parlamento il 27 gennaio 2025. Sulla legge EGalim e distribuzione del valore, niente suoni, niente immagini.
E a quel punto i contadini saranno in piazza e davanti alle prefetture. Il tutto nel contesto di una campagna sindacale, a poche settimane dalle elezioni della Camera dell'Agricoltura.