Pubblicato il 3 novembre 2024 alle 10:40.
“Le Temps” collabora con la “Neue Zürcher Zeitung” nell'ambito di una serie di articoli dedicati al vino e alla gastronomia. Troverai questi contenuti man mano che procediamo nella nostra cartella dedicata.
Diverse foto di grandi dimensioni adornano le pareti del carnotzet. Vediamo il lavoro delle vigne di una volta. In uno, la folla circonda un carro, posando per l'occasione. Per Benjamin Morel non si tratta solo di una testimonianza del passato. Fa parte della sua storia. Nell'immagine ritroviamo con l'eleganza di un gentiluomo contadino, suo nonno Alphonse e suo padre Marc-Antoine, ancora bambino. Il forte 49enne dagli occhi azzurri rappresenta quindi la terza generazione di Morel alla guida della tenuta Château de Valeyres. L'edificio del XVII secolo ricorda i tempi in cui il villaggio del nord del Vaudois era un popolare luogo di vacanza dell'aristocrazia bernese. La facciata neoclassica e i colonnati dorici gli conferiscono addirittura “un'aria da favola”, se dobbiamo credere alla descrizione di GaultMillau. Nel 2018 la guida, in collaborazione con Swiss Wine Promotion, ha nominato l'enologo “Rookie of the Year”. Una grande ricompensa personale, ma anche un riconoscimento per la qualità dei vini di questa denominazione Côtes de l'Orbe, che è stata per lungo tempo il parente povero dei vini del paese di Gilles e Ramuz.
Da bambino, originario di queste parti del Giura, Benjamin Morel ricorda gli insulti uditi alla scuola di Changins. Non li ha mai ascoltati. Come molti colleghi della sua generazione, l'uomo si formò a lungo in enologia, trasferendosi all'estero per affinare le sue conoscenze, nel Kaiserstuhl tedesco o nella Napa Valley, in California. Nel 2004, ha rilevato la tenuta di famiglia di Valeyres-sous-Rances con un amico d'infanzia, Frédéric Hostettler. Vent'anni dopo, Benjamin Morel è uno dei nomi che stanno facendo crescere la reputazione della Côtes de l'Orbe, che rimane la denominazione più piccola del cantone (ad eccezione della denominazione intercantonale Vully). I suoi 170 ettari (il 4% della superficie viticola vodese) si estendono dai dolci pendii di Mormont a Eclépens – la collina ha fatto notizia nel 2020 ospitando la prima ZAD in Svizzera, a fronte dell'ampliamento della cava di cemento di 'Holcim – fino a Yverdon, città dove si annida un mini-vigneto di 200 m2e Yvonand sulla sponda meridionale del Lago di Neuchâtel.
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