Particolarmente notato nel 1995 durante una memorabile festa delle castagne sul tema del legno e della foresta, lo scultore di motoseghe Pio Pascolo morì all'età di 80 anni a Mouchard, nel Giura, dove viveva. Lascia Christiane, la sua compagna da 35 anni, nel dolore del lutto, così come i suoi figli e nipoti.
Originario di Venzone, piccolo comune di 2.200 abitanti del nord-est d'Italia, arriva in Francia all'età di 12 anni già con la passione per la scultura profondamente radicata nel suo corpo. Un vecchio cacciavite affilato, schegge di vetro e uno scalpello da legno furono i suoi primi strumenti. Era davvero poco, ma sufficiente per realizzare una primissima esposizione di copie di bassorilievi antichi.
Frequenta la Scuola di Belle Arti di Bruxelles e qualche anno dopo si dedica alla scultura in legno. Dotato solo di una motosega e di un'immaginazione sconfinata, è diventato rapidamente il pioniere di quest'arte contemporanea organizzando feste nel Giura dove ha presentato un vero e proprio spettacolo.
Acquistò rapidamente notorietà e cominciò a farsi conoscere a livello nazionale e anche internazionale. Negli anni '80 al Salone dei Giardini di Versailles allestì un vero e proprio spettacolo davanti a circa 350.000 visitatori che in dodici giorni vennero a vederlo. I media si interessarono quindi a lui e si esibì in diversi luoghi. In Francia come in Europa e anche più lontano da quando personalità come Re Baldovino o il Principe Ranieri lo avevano fatto visita. Jean-Jacques Annaud gli ha addirittura chiesto di scolpire l'Orso del suo film.
Gli anni passarono. Mentre era a Saint-Ponais, i medici scoprirono che aveva un cancro. Ben curato e di costituzione particolarmente robusta, uscì vittorioso nella lotta contro la malattia. Ma ultimamente la sua salute era peggiorata. È stato poi ricoverato in ospedale a Dole per diversi mesi prima di esalare l'ultimo respiro.
Sull'artista è improvvisamente calato il sipario, ma le sue opere sono ancora presenti. In particolare questo totem in legno di Douglas, alto una decina di metri, che al passo di Cabarétou da quasi 30 anni resiste ai venti forti.
Un bel simbolo!