il successo del voto anticipato in Georgia, dove “il 60% degli elettori ha già votato”

il successo del voto anticipato in Georgia, dove “il 60% degli elettori ha già votato”
il successo del voto anticipato in Georgia, dove “il 60% degli elettori ha già votato”
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Le elezioni americane si svolgeranno ufficialmente martedì 5 novembre, ma in 47 Stati gli elettori possono votare già da tre settimane. Lo stato della Georgia, uno degli Stati chiave in queste elezioni, dove Donald Trump ha denunciato le frodi quattro anni fa, sta addirittura battendo i record.

Poiché la votazione anticipata termina questo venerdì, 1 novembre, “anche nelle contee molto piccole, oltre il 60% degli elettori ha già votato”, accoglie con favore Blake Evans, che sta organizzando queste elezioni per la Georgia.

“Abbiamo investito nelle tecnologie affinché le macchine per il voto vadano più veloci ed evitino le code, il che invoglia le persone a venire a votare”spiega. Nel 2020, le elezioni presidenziali in Georgia sono state caratterizzate da lunghissime code davanti ai seggi elettorali. Questa volta non supereranno l'ora.

Se gli elettori si precipitano alle urne, a volte è per paura di frodi, a volte per paura che il loro voto non venga conteggiato. Gli elettori preferiscono arrivare il prima possibile, perché da quattro anni lo stato conservatore della Georgia rende molto più difficile il voto per corrispondenza, cosa teoricamente possibile negli Stati Uniti.

L'idea, tuttavia, è quella di rendere queste elezioni più sicure, difende Gabriel Sterling, il braccio destro del Segretario di Stato, che afferma di aver “Molto migliorata la sicurezza e il sistema informatico”. “Tre settimane fa abbiamo evitato un attacco informatico al sito di voto per corrispondenza. Abbiamo fornito strumenti agli osservatori nei seggi elettorali e abbiamo formato le squadre affinché fossero pronte, qualunque cosa accadesse”, spiega.

Non sono sicuro, però, che ciò basterà ad evitare azioni legali dopo i risultati. “Non potete fermarlo, sappiamo che saremo denunciati, perché queste elezioni sono molto vicine e oggi fanno parte delle elezioni americane.” ha detto. Procedure che mirerebbero a rallentare, se non addirittura a bloccare, la comunicazione definitiva dei risultati il ​​17 dicembre.

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