Iniziativa 10% questo calcolatore mostra chi effettuerà il checkout

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PRIMO Il calcolatore necessita di un premio di riferimento. Le riduzioni sono concesse solo quando il premio supera il 10% del reddito disponibile della famiglia. Il testo dell’iniziativa non specifica come debba essere definito questo bonus di riferimento. Nelle sue spiegazioni e nei suoi calcoli il Consiglio federale fa riferimento al cosiddetto premio «standard», cioè all’assicurazione media con una franchigia di 300 franchi e alla libera scelta del medico.

La realtà, tuttavia, è diversa. Oggi oltre l’80% degli assicurati ha scelto varianti più vantaggiose – sia con franchigia più elevata che con il modello “medico di famiglia” o “telemedicina”. Non è quindi realistico immaginare che il Parlamento, nell’attuazione dell’iniziativa, scelga come riferimento il premio assicurativo più costoso.

Questo è il motivo per cui il modello detrae il 15% da questo premio massimo. In pratica è questa la cifra minima che si può risparmiare con l’opzione “medico di famiglia” o “telemedicina”. Secondo diversi esperti si tratta di una stima realistica. “Un premio di riferimento plausibile sarebbe la media di tutti i premi ponderata per il numero degli assicurati. Questo sarebbe probabilmente inferiore di almeno il 15% rispetto al premio standard”, spiega Felix Schneuwly del comparatore Comparis.

Anche il consigliere di Stato socialista Pierre-Yves Maillard, presidente dell’Unione sindacale svizzera e influente sostenitore dell’iniziativa, parla di un bonus di riferimento più basso, come quello messo in atto nel cantone di Vaud nel 2019: “Nel modello vodese, come base di calcolo serve il premio con franchigia media. Mi sembra plausibile che il Parlamento federale si muova in questa direzione”.

Se il Parlamento fissasse il premio di riferimento a un livello ancora più basso, i costi – ma anche gli aiuti – sarebbero ancora più bassi. Ma se il Parlamento optasse per il premio standard, aumenterebbero sia i sussidi che i costi.

REDDITO DISPONIBILE In questo caso il modello segue le istruzioni del comitato di iniziativa. Il reddito disponibile corrisponde quindi al reddito lordo, dal quale vengono prelevati i contributi delle assicurazioni sociali, le detrazioni per le spese professionali (massimo 4.000 franchi), la detrazione per bambino e giovane in formazione (7.000 franchi) e la detrazione per famiglia monoparentale (3.500 franchi). sottratti. franchi). Viene aggiunto il 20% del patrimonio netto. Interrogato su questo tema, il PS afferma di essere oggi favorevole all’esclusione dei piccoli patrimoni e degli immobili occupati dal loro proprietario.

COSTI DELL’INIZIATIVA Si basano sulle cifre presentate nel messaggio del Consiglio federale. L’intervallo è ampio, motivo per cui il modello include lo scenario medio per le sue operazioni. Poiché si basa sul premio standard diminuito del 15%, ciò riduce i costi per la Confederazione e per ciascun Cantone (vedi “Metodi di calcolo”).

ONERE FISCALE Non è ancora chiaro come verranno finanziate le spese aggiuntive miliardi stimate dal Consiglio federale. Gli esperti però sono unanimi: le varianti plausibili non sono molte. Per i Cantoni entrano in gioco soprattutto le imposte cantonali sul reddito e sul patrimonio. Per la Confederazione, l’IVA e l’imposta federale diretta (IFD) sono in prima linea. Gli esperti ritengono che non sia realmente realistico prendere in considerazione altre fonti di finanziamento.

“In teoria la Confederazione potrebbe avere altre opzioni, come ad esempio un’imposta nazionale sulle successioni o un’imposta sulle transazioni finanziarie”, osserva Patrick Emmenegger, politologo dell’Università di San Gallo. Tuttavia, “queste tasse incontrano forti resistenze o significative difficoltà di attuazione. Se siamo realistici, gran parte dovrebbe quindi essere finanziata dall’Iva”.

Marius Brülhart, economista dell’Università di Losanna, è della stessa opinione: «Da un punto di vista puramente tecnico la soluzione più semplice sarebbe quella di utilizzare le due fonti di entrate esistenti: l’IVA e l’imposta federale diretta. È quindi probabile che queste leve siano le più importanti.

Gli iniziatori ovviamente non sono d’accordo. “Negli ultimi tempi tutti i principali partiti continuano a ripetere che il potere d’acquisto della classe media non dovrebbe essere messo in pericolo dall’aumento dell’Iva”, sottolinea il PS. Questo è il motivo per cui il comitato di iniziativa contesta le ipotesi presentate in merito alla spesa”. Perché secondo il partito l’iniziativa aumenterà la pressione sui politici affinché trovino una soluzione che non penalizzi la classe media. Una tassa sulle transazioni finanziarie potrebbe quindi attrarre la maggioranza.

L’iniziativa prevede che i Cantoni paghino un terzo della fattura e la Confederazione il resto. Per la parte cantonale il modello si basa sull’imposta cantonale sul reddito e sulla sostanza. Per la parte federale, preleva un terzo dall’IFD e il resto dall’IVA. “Ciò corrisponde all’incirca al rapporto tra le entrate attuali della Confederazione derivanti da queste due tipologie di imposte sulle economie domestiche”, afferma l’esperto André Müller.

DISTRIBUZIONE DELLA MONETA DELLA CONFEDERAZIONE L’iniziativa non specifica come la Confederazione distribuirà la sua quota ai Cantoni. Attualmente la distribuzione avviene “pro capite”. Ciò significa che versa a ciascun Cantone un importo fisso per beneficiario della sovvenzione. Un’altra possibilità sarebbe che la Confederazione versasse a ciascun Cantone due terzi delle riduzioni di premio effettivamente pagate.

Quale di queste due varianti verrà applicata? La questione è del tutto aperta. Persino gli esperti non azzardano una prognosi. Questa scelta influenzerà però il futuro carico fiscale delle famiglie. Questo è il motivo per cui il modello prende la precauzione di stimare entrambe le varianti e di indicare un intervallo di carico fiscale che comprenda entrambe le possibilità.

COSTI FUTURI I dati per il 2024 e il 2030 sono proiezioni basate sui dati del 2020. Per queste proiezioni, il modello presuppone una crescita annuale dei salari dell’1,65% e una crescita annua dei premi dell’assicurazione sanitaria obbligatoria del 2,65%.

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