CertamenteI servizi segreti algerini… Sono sempre brillante come una spia in un film di serie B! Questa volta la scena si svolge in Spagna, dove un incredibile tentativo di rapimento del giornalista e scrittore Hichem Aboud ha rivelato il coinvolgimento diretto dei servizi segreti e dell’intelligence algerini. Proprio le persone che avrebbero beneficiato di una formazione uscita direttamente da una scuola materna per spie.
Detto questo, all’inizio si trattava di Hichem Aboud… Questo noto dissidente del regime algerino, sicuramente pensava di fare un semplice volo tra Charleroi e Barcellona. Non poteva immaginare di trovarsi al centro di una vicenda di spionaggio in cui i barbouze algerini avrebbero tentato di rapirlo con l’astuzia di un’operazione degna delle peggiori dittature del secolo scorso… o quasi, perché senza alcuna convinzione. L’obiettivo? Lo hanno fatto clandestinamente in Algeria, probabilmente per offrirgli un soggiorno tutto compreso nelle carceri del generale Saïd Chengriha.
Ma ecco che i servizi spagnoli, che sembrano più esperti di quelli algerini, sono intervenuti all’ultimo minuto. La Guardia Civil è intervenuta all’ultimo minuto, poco prima che Aboud venisse imbarcato su una nave diretta verso le coste nordafricane.
Questo risultato che suggerisce il livello di incompetenza abissale Agenti algerini che, visibilmente, hanno più in comune con gangster in erba che con agenti segreti degni di questo nome. Ma teniamo duro! Secondo l’indagine, a banda criminale internazionale (anzi nel traffico di droga), composto da nordafricani, subsahariani e un franco-algerino, avrebbe collaborato con i servizi segreti di Algeri per questo rapimento.
Una squadra dalle braccia spezzate a cui, a metà tra una rete di delinquenti e una banda di piedi nichelati, sarebbe stata affidata una delle missioni più delicate dell’intelligence algerina: rapire un giornalista critico. Ovviamente ha fallito. Bene, vediamo! Chi avrebbe potuto immaginare il contrario?
È abbastanza ovvio che il Generale Chengrihagrande stratega della spazzatura, sperava che questa operazione rimanesse (o rimane) discreto. Sfortunatamente per lui, l’intera vicenda fu smascherata come un volgare tentativo di rapimento da parte di dilettanti. L’unica cosa che avrebbe potuto rendere un po’ comico l’episodio era aver trascurato di lasciare sul luogo del rapimento un biglietto da visita intestato ai servizi segreti algerini.
Conseguenze diplomatiche: l’Algeria sull’orlo della crisi?
Questo nuovo fallimento, considerato una farsa internazionale, non migliorerà certamente le relazioni diplomatiche di Algeri con i suoi vicini europei. Le autorità spagnole, infuriate, hanno descritto questo atto come un vero e proprio attacco alla loro sovranità nazionale, un termine abbastanza forte da inviare un messaggio chiaro al regime algerino.
Ma, in definitiva, c’è da chiedersi se il balcone dello spettacolo dei Muppets realizzato in Algeria sia in grado di catturare la sottigliezza di questo tipo di messaggio diplomatico, visto il suo dilettantismo e la sua sordità volontaria, raggiungono vette senza precedenti. Mentre Hichem Aboud è ormai al sicuro, protetto dalle autorità spagnole, il senile regime di Algeri si ritrova ancora una volta in una posizione delicata, imbarazzato dall’incompetenza dei suoi servizi.
Questa vicenda potrebbe rilanciare il dibattito sulle azioni illegali portate avanti dai servizi segreti algerini in Europa e altrove, e rafforzare l’idea che Algeri non si fermerà davanti a nulla pur di mettere a tacere i suoi detrattori, anche a costo di flagranti violazioni del diritto internazionale.
Un regime senile e disperato
Insomma, questo episodio è una nuova dimostrazione dell’avanzato stato di decadenza di un regime assediato, ridotto a fare le spie a buon mercato sulla scena internazionale. Il generale Chengriha e la sua cricca, lontani dalla minima credibilità, dimostrano ancora una volta di essere pronti a tutto pur di mantenere una parvenza di controllo, anche a costo del ridicolo. La loro incapacità di orchestrare un’operazione così basilare mostra chiaramente lo stato di disperazione in cui si trova il regime, che sembra senile come coloro che lo guidano.
Da un lato, Hichem Aboud appare come un simbolo della resistenza, un uomo che, nonostante i disperati tentativi del regime di metterlo a tacere, continua a denunciare gli abusi di potere e gli eccessi di uno Stato in fallimento. D’altro canto, l’Algeria ci dimostra che è lungi dall’essere in grado di perseguire una politica di intelligence degna di questo nome, rendendosi ancora una volta ridicolo sulla scena internazionale.
Intanto possiamo già immaginare le risate nei corridoi dei servizi europei leggendo i resoconti su questa vicenda. Speriamo per loro che la prossima volta almeno provino a rivolgersi ai professionisti. Ma, onestamente, ne dubitiamo moltissimo.