Quanti erano, quella notte del 16 ottobre, ad entrare in questa casa, accanto alla scuola Mussidan? Verso le tre del mattino, un pensionato di 92 anni, svegliatosi di soprassalto, ha visto quattro sconosciuti incappucciati nella sua camera da letto. Le legano i piedi e le mani con del nastro adesivo, le mettono anche del nastro adesivo sulla bocca in modo che non gridi. I gendarmi hanno arrestato tre sospetti, tre giovani di 16, 17 e 19 anni. Li avevamo rinviato a giudizio venerdì sera dal gip di Périgueuxper sequestro di persona e per furto con scasso in riunione.
In un comunicato stampa, la procura di Périgueux fornisce i dettagli, questa domenica, 20 ottobre, sul calvario della vecchia signora. I suoi aggressori chiedono i suoi soldi e la sua carta di credito. Se ne vanno con “oggetti vari, tra cui una collana d’oro e una carta bancaria”. Si lasciano al volante della Mercedes del pensionato. La novantenne riuscirà a liberarsi dai suoi legami andare a chiedere aiuto al vicino.
Un quarto sospettato è ancora latitante?
L’indagine della brigata di ricerca della gendarmeria di Périgueux procede molto rapidamente. Lo stesso giorno dell’aggressione, una pattuglia ha riconosciuto la Mercedes rubata e l’ha inseguita per le strade di Mussidan. Al volante, un 19enne. Ha assunto farmaci e ha perso subito il controllo dell’auto e termina la sua corsa contro il muro della chiesa. Il suo passeggero, il 16enne, è fuggito ma è stato ritrovato tre ore dopo grazie a un cane da ricerca della gendarmeria di Mérignac.
Il giorno successivo la polizia ha arrestato il terzo sospettato di 17 anni. Un quarto rapitore è ancora in fuga? “Le indagini continuano”indica la Procura, “sotto l’autorità del giudice istruttore”versare “identificare tutti gli autori” et “i loro possibili ricevitori e complici”. La Procura aveva chiesto la custodia cautelare per i tre giovani, ma il giudice delle libertà e della detenzione ha deciso di lasciare i due minorenni sotto stretto controllo giudiziario. Il 19enne ha chiesto un rinvio dell’udienza, è in carcere in attesa di comparire davanti al giudice che si pronuncerà sulla sua detenzione nel corso delle indagini.