La razza mista chiederà il riconoscimento davanti all’ambasciata belga a Kinshasa

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Nell’aprile 2024, il Ministro degli Affari Esteri ha permesso a 20 congolesi di venire in Belgio per rintracciare le proprie origini e prendere contatto con le loro famiglie belghe. I risultati di questo esperimento sono stati contrastanti. Certamente, diverse persone di razza mista hanno potuto riconnettersi con i membri della loro famiglia, hanno potuto rendere omaggio alla tomba di un padre o accedere ad alcuni documenti d’archivio. Ma non c’è stata una totale unanimità su questo approccio perché ha generato frustrazione in una parte della delegazione Métis. Le autorità belghe hanno inoltre constatato che due cittadini congolesi non avevano preso l’aereo di ritorno…

A Kinshasa le associazioni meticce si stanno organizzando (report)

20 persone di razza mista in “viaggio” in Belgio

Se il Belgio ha fatto un gesto nei confronti di 20 persone di razza mista, ce ne sono ancora centinaia in attesa di un gesto forte. È in questo clima che queste famiglie vogliono farsi sentire dall’ambasciata belga. Verranno prese altre iniziative? Alla Belgian Foreign Affairs non commentiamo l’istituzione di un nuovo viaggio. D’altro canto, si conferma che il lavoro dei ricercatori è prolungato fino al 2026. A loro spetta il compito di analizzare gli archivi e di contattare le autorità straniere in merito alle richieste di oltre 400 persone di razza mista, principalmente congolesi. Questo lavoro di archiviazione è considerevole e richiede molto tempo. “Tutte queste azioni condividono lo stesso obiettivo: permettere ai Métis di conoscere il proprio passato, per guardare al proprio futuro con più certezza”ci ricordano gli Affari Esteri. Per quanto riguarda i circa 400 fascicoli aperti, quando gli archivisti scoprono informazioni sulla famiglia di razza mista, ciò viene immediatamente comunicato.

“Siamo bambini belgi”

Ma nella RDC cresce l’impazienza tra i meticci che soffrono per il mancato riconoscimento da parte del Belgio. “È giunto il momento di dare a queste persone di età compresa tra i 60 e gli 80 anni la nazionalità belga, implora Rachel Kapombo perAssociazione dei bambini belgi rimasti in Congo. Siamo bambini belgi, abbiamo sangue belga e ci sentiamo, da qualche parte, belgi. Ma non è facile ottenere il visto. Ecco perché vogliamo andare all’ambasciata, lasciare un promemoria e ricordarci la nostra situazione.”

Le famiglie Métis non avranno certamente risposte alle loro domande. Ancor di più con un governo attento all’attualità. E lo sa bene il rappresentante dell’associazione Métis: “Ci sarà un nuovo governo. Queste persone devono sapere che esistiamo.” Dal 29 marzo 2018 e dalla “risoluzione sulla razza mista” adottata dalla Camera dei Rappresentanti, il Belgio si è impegnato a riconoscere la segregazione subita da queste persone sotto il regime coloniale. L’impegno del Belgio è stato forte, ma i Métis aspettano soprattutto risultati. Cosa che non mancheranno di ricordare il 25 ottobre all’ambasciata di Kinshasa.

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