La Corte di giustizia dell’Unione europea ha annullato questo accordo, scaduto nel luglio 2023, il 4 ottobre, in quanto concluso “senza il consenso del popolo del Sahara occidentale”. “In questo caso manca un consenso del genere”, ha affermato la Corte di Lussemburgo nella sua decisione che ha suscitato scalpore su entrambe le sponde del Mediterraneo e le cui conseguenze sembrano quantomeno poco chiare. Questa sentenza della Corte europea potrebbe pesare sui negoziati per la conclusione di un nuovo accordo di pesca tra Ue e Marocco, analisi La giovane Africa.
Per quanto riguarda la parte agricola dell’accordo, la Corte ha deciso di prorogarne la durata di un anno dopo la scadenza nel luglio 2023, “tenendo conto delle gravi conseguenze negative sull’azione esterna dell’Unione che comporterebbero la sua immediata cancellazione e per ragioni di certezza del diritto .” Successivamente ha stabilito, a seguito di una denuncia presentata da un sindacato di agricoltori francesi, che i pomodori e i meloni prodotti dal Marocco nel Sahara occidentale devono recare sull’etichetta “questo territorio, e non il Marocco, come paese di origine”.
Leggi: Dopo la rottura con l’UE, il Marocco firma un accordo di pesca con la Russia
Lo scorso marzo la Commissione europea ha pubblicato un rapporto sull’attuazione dell’accordo. Riassume gli scambi di corrispondenza tra il Marocco e l’UE e mira a valutare gli impatti positivi di questo accordo sulla popolazione del Sahara, in particolare quella delle province di Laâyoune-Sakia El Hamra e Dakhla-Oued Ed-Dahab. Queste due province hanno esportato in Europa quasi il 60% dei prodotti della pesca e l’85% di pomodori e meloni nel 2022, ovvero 203.000 tonnellate di prodotti, secondo i dati del Dipartimento marocchino della pesca marittima.
In termini di prodotti agricoli, pomodorini, meloni Charentais e persino peperoni sono stati esportati nell’UE dalla provincia di Dakhla-Oued Ed-Dahab, dove nel 2022 sono stati coltivati 936 ettari. Il rapporto europeo attira l’attenzione anche sugli effetti di queste produzioni sulle risorse idriche in queste regioni, citando le difficoltà di accesso all’acqua per l’irrigazione nell’area che ha un terreno duro e dove le precipitazioni sono rare dal 2020 a causa della grave siccità che ha colpito il regno. Per superare queste difficoltà, il Marocco sta investendo nella creazione di stazioni di desalinizzazione dell’acqua di mare.