Le lamentele del “fanatico diplomatico” algerino dopo la decisione della CGUE sugli accordi Marocco-UE

Le lamentele del “fanatico diplomatico” algerino dopo la decisione della CGUE sugli accordi Marocco-UE
Le lamentele del “fanatico diplomatico” algerino dopo la decisione della CGUE sugli accordi Marocco-UE
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Martedì 8 ottobre, il ministro degli Esteri algerino, Ahmed Attaf, ha approfittato dell’anniversario dell’adesione del suo Paese all’ONU nel 1962, non per celebrare questo evento che ha conferito all’Algeria uno status di Stato, ma per provare a navigare, un poco, sulla sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE), relativa agli accordi Marocco-UE sulla pesca e sull’agricoltura, resa pubblica venerdì 4 ottobre.

Il capo della diplomazia algerina ha lamentato soprattutto che questa sentenza non ha avuto l’impatto che l’Algeria si aspettava, perché è stata rapidamente annientata dal suo rifiuto, prima ancora che si asciugasse l’inchiostro, da parte di molti paesi e istituzioni europee. Secondo quest’ultimo, nulla potrebbe mettere in discussione il partenariato strategico che cementa le relazioni tra il Marocco e l’Unione Europea, relazioni che risalgono all’ex Comunità Economica Europea e che si sono evolute e rafforzate nel tempo con l’allargamento di quest’ultima fino agli attuali 27 membri.

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Così, la Francia, i Paesi Bassi, il Belgio, la Finlandia, l’Ungheria, il Portogallo e anche la Spagna hanno reagito, poche ore dopo l’annuncio della sentenza della CGUE, ribadendo il loro impegno a rispettare tutte le molteplici convenzioni che li legano al Marocco. Ciò che ha particolarmente sconcertato Algeri è stata la dichiarazione congiunta della presidente dell’Esecutivo europeo, Ursula von der Leyen, e del capo della diplomazia dell’Unione europea, Josep Borrell, che hanno immediatamente reagito alla decisione alla CGUE, assicurando che il blocco europeo rimanga saldamente unito dietro il mantenimento e il rafforzamento delle relazioni Marocco-UE.

Allo stesso modo, il Parlamento europeo, i cui deputati hanno considerato la sentenza della CGUE una decisione poco importante e improduttiva, ha rifiutato di iscrivere questo argomento all’ordine del giorno nel quadro dei dibattiti in seduta plenaria, previsti dal 7 al 10 ottobre. Di fronte a questo massiccio sostegno fornito dall’UE al suo partner marocchino, “il marchio del fuoco diplomaticoe” infuriava ancora. Ahmed Attaf, per il quale il ministro di Stato e vice primo ministro maliano ha trovato il soprannome appropriato, sceso dal podio dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite il mese scorso, davanti a circa 190 delegazioni di tutto il mondo, martedì 8 ottobre ha rivelato nuovamente i suoi limiti in questioni di diritto internazionale.

Credere di rispondere magistralmente agli alti funzionari dell’UE, che hanno affermato di attenersi al principio “Gli accordi vanno mantenuti“, in base al quale essi sono tenuti a rispettare i loro obblighi internazionali nei confronti del Marocco, Ahmed Attaf si è confuso. Menzionava così gli obblighi in materia di contratti civili (tra privati), confondendoli con le convenzioni internazionali, richiamando il principio del codice civile secondo il quale “Gli accordi legalmente formati prendono il posto della legge nei confronti di coloro che li hanno stipulati“. Tutto questo per dire che l’Ue ha violato il diritto internazionale, per attenersi ai suoi unici”commercio» con il Marocco.

Tuttavia, l’Unione Europea ha effettivamente dato la priorità alle convenzioni firmate con il Marocco perché sono giuridicamente superiori alle decisioni della CGUE, che rientrano nel diritto interno dell’UE e non riguardano il Marocco. Questa confusione non ha impedito al ministro algerino di cadere in altre trappole. Credendo di vendicarsi del Marocco, in seguito all’appoggio fornitogli dall’Europa, ha affermato che, su incarico del presidente Abdelmadjid Tebboune, la diplomazia algerina approfitterà del suo status di membro non permanente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU per esigere, indiscriminatamente, riunioni urgenti di questo organismo per discutere della situazione in Palestina e (soprattutto) nel Sahara. Vedremo comeil fanatico diplomatico» si comporterà con la risoluzione del Consiglio di Sicurezza che sarà votata il 30 ottobre sul Sahara.

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