Indossare simboli religiosi è autorizzato nelle scuole

Indossare simboli religiosi è autorizzato nelle scuole
Indossare simboli religiosi è autorizzato nelle scuole
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AA / Tunisi / Fatma Ben Amor

Il Ministero senegalese dell’Educazione Nazionale ha autorizzato martedì, in un decreto relativo ai principi guida della regolamentazione interna degli istituti di istruzione e formazione pubblici e privati, l’uso di simboli religiosi nelle scuole, ha riferito mercoledì la stampa senegalese (APS /Ufficiale).

“I regolamenti interni devono garantire un ambiente favorevole all’insegnamento e all’apprendimento assicurando: (…) il rispetto delle credenze religiose”, si legge nel decreto ministeriale, trasmesso dall’APS, specificando che ciò comprende “l’accettazione di indossare simboli religiosi , quali il velo, la croce, le perle sacre, fatta salva una chiara identificazione dello studente nell’ambito scolastico, nelle classi e durante le attività didattiche”.

“Tale rispetto della differenza religiosa non esenta lo studente, se non attraverso esenzioni oggettivamente motivate, dalla partecipazione alle attività educative e sportive obbligatorie”, rileva ancora il decreto.

Rileva che “qualsiasi violazione delle disposizioni del presente decreto espone il suo autore alle sanzioni previste dalle leggi e dai regolamenti”.

Lo ricordiamo, lo scorso agosto, il primo ministro Ousmane Sonko aveva messo in guardia gli istituti scolastici del paese dal divieto di indossare il velo nelle scuole.

“Certe cose non possono più essere tollerate in questo Paese. In Europa ci parlano continuamente del loro modello di vita e di stile, ma questo dipende da loro. In Senegal non permetteremo più ad alcune scuole di vietare di indossare il velo”, ha dichiarato Sonko.

Un avvertimento in relazione al licenziamento, nel settembre 2019, di una ventina di giovani ragazze velate da parte dell’Istituto Sainte Jeanne d’Arc (ISJA) di Dakar che ora richiedono “la testa scoperta” per gli studenti. Questo licenziamento ha suscitato molto scalpore in un Paese a maggioranza musulmana (95% della popolazione).

Un’intensa mediazione guidata dal Ministro dell’Istruzione Nazionale ha consentito il reinserimento delle ragazze senza modificare il regolamento interno dell’istituto.

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