«Mi dispiace per i colpi che posso aver dato a questa insegnante e spero che vada bene», ha dichiarato la ragazzina, giacca nera su maglietta bianca, capelli raccolti in uno chignon, durante l’udienza immediata durante la quale ha ha chiesto ed ottenuto tale ritardo.
Lo studente liceale, 18 anni, ultimo anno delle professioni professionali dell’ospitalità, sarà giudicato per violenza seguita da un rinvio a giudizio inferiore a otto giorni e minaccia di morte contro una persona responsabile di una missione di servizio pubblico. È stata posta sotto controllo giudiziario con il divieto di entrare in contatto con la vittima e di presentarsi a casa sua o nei pressi della scuola.
Il presidente ha precisato che lo studente del liceo non ha negato di aver picchiato l’insegnante ma ha contestato le minacce di morte.
L’avvocato della giovane, Ossama Dahmane, ha valutato in udienza che il suo posto non era apparso immediatamente, sottolineando che non aveva precedenti penali. Ha denunciato “una procedura guidata dall’opinione pubblica”.
L’insegnante non era presente all’udienza.
Annunciato il consiglio disciplinare
“Gli insegnanti e molti altri organismi professionali sono sempre vittime di violenza ogni volta che vogliamo imporre uno stato di diritto e dei principi”, ha lamentato il suo avvocato, Eric Cattelin-Denu, davanti ai giornalisti presenti.
Le lezioni, sospese martedì, sono state cancellate anche mercoledì per consentire “tempo di discussione e lavoro” al personale, ha affermato il rettorato.
Secondo le prime indagini, l’insegnante avrebbe chiesto alla studentessa “di togliersi il velo religioso, prima di essere sottoposta a commenti ingiuriosi”, ha precisato martedì l’accusa.
L’insegnante allora “si è opposto al suo allontanamento dall’istituto per ottenere la sua identità” e lo studente ha poi “schiaffeggiato l’insegnante, che lo ha restituito”. “Sono seguiti diversi colpi, minacce e spintoni”, secondo la stessa fonte.
L’insegnante ha sporto denuncia. È previsto anche un consiglio disciplinare.
Martedì, la ministra dell’Istruzione nazionale, Anne Genetet, segnalando un atto che mette in discussione la “scuola laica” e “la Repubblica”, ha fatto sapere all’Assemblea nazionale di aver chiesto “sanzioni disciplinari molto severe” contro lo studente.
In un comunicato diffuso mercoledì, i rappresentanti sindacali dei gruppi didattici del liceo danno il loro sostegno al collega vittima di violenza ma sottolineano un “eccesso incontrollabile e parziale” di media, social network e politici.
I fatti di lunedì “fanno parte di una serie di cinque casi di aggressioni fisiche contro insegnanti donne, avvenuti nelle ultime settimane in contesti diversi”, spiegano, sottolineando che “la questione della laicità è stata posta solo in uno di essi.
La riduzione degli orari, i posti di insegnante vacanti, la mancanza di infermieri, “i successivi peggioramenti delle nostre condizioni di lavoro (…) ci impediscono di prevenire queste difficoltà, come avevamo sempre fatto prima che si trasformassero in violenza”, scrivono, stimando che questa situazione crea tensioni tra studenti e personale.
A mezzogiorno davanti al liceo si è radunato un manipolo di studenti, tra cui un amico della giovane che ha definito “ingiusta” la situazione, ritenendo che rimettere il velo prima di aver lasciato completamente l’istituto fosse “normale”.