“In termini di trasporti, la Corsica è la regione che emette più CO2”, l’intervista a Margaux Tharaux

“In termini di trasporti, la Corsica è la regione che emette più CO2”, l’intervista a Margaux Tharaux
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Margaux Tharaux è analista presso il Centro per l’imprenditorialità, le PMI, le regioni e le città dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE). Ha lavorato allo sviluppo del rapporto “Diagnosi dell’attrattiva della Corsica nel nuovo contesto globale”. È stata uno dei relatori del conferenza pubblica presentato questo lunedì 29 aprile al museo di Bastia. Organizzato nell’ambito di Corsica Pruspettiva 2050, il dibattito, introdotto da Marie-Antoinette Maupertuis, presidente dell’Assemblea della Corsica, si è concentrato in particolare sui temi della connettività e della mobilità sull’isola.

Lei ha menzionato le prospettive dei trasporti per il 2050. Quali sono i problemi specifici della Corsica?

Qui c’è un deficit di trasporti interni rispetto alle altre isole europee, anche se la Corsica è una delle poche ad avere una rete ferroviaria. Notiamo diversi problemi derivanti da questo deficit: in primo luogo, una vulnerabilità energetica per alcuni residenti, accentuata in un contesto di inflazione. C’è anche un costo aggiuntivo per le imprese dovuto al prezzo del carburante. Infine, abbiamo individuato un vero e proprio problema ambientale: in termini di trasporti, la Corsica è la regione che emette più CO2 sul territorio nazionale a causa della dipendenza dall’auto per spostarsi.

Mancano trasporti pubblici “efficienti e regolari”, afferma il rapporto. Come curarlo?

Evidenzierò due fattori di difficoltà: il rilievo e il fatto che molte zone sono scarsamente popolate. Per rimediare a questo si potrebbe ricorrere all’intermodalità, ovvero utilizzare diverse modalità di trasporto in un unico viaggio. È un modello che funziona in altri territori. Ad esempio, per andare dal punto A al punto B utilizziamo prima la bicicletta, poi il treno e poi ancora la bicicletta.

L’idea sarebbe quindi quella di sviluppare la mobilità dolce come la bicicletta. Concretamente, cosa bisognerebbe mettere in atto per incentivarlo?

SÌ. Penso in particolare alle bici elettriche, a causa del terreno e delle temperature. Possiamo incoraggiare le popolazioni ad acquistare queste attrezzature offrendo aiuti finanziari e/o predisponendo piste ciclabili sui percorsi più utilizzati. Possiamo anche incoraggiare gli spostamenti a piedi nei centri urbani e nelle zone rurali, quando possibile.

Il rapporto si conclude con delle “considerazioni” per un’azione pubblica, al fine di rendere la Corsica più attrattiva. Puoi fornire degli esempi?

Notiamo che la questione del miglioramento della rete dei trasporti è trasversale. Ciò potrebbe rispondere all’urgente necessità di distribuire meglio i turisti ed evitare ingorghi. C’è anche l’aspetto dell’attrattiva economica: una rete ferroviaria efficiente permetterebbe di attrarre più investitori. Infine, ciò consentirebbe anche di rispondere ad un problema occupazionale, in particolare nel mondo dell’agricoltura. Intorno ad Aleria, ad esempio, senza possibilità di mobilità, i lavoratori sono restii a venire a trascorrere una stagione sull’isola.

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