Annata eccellente per il Printemps de Bourges 2024

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Fedele alla forma, Printemps de Bourges non ha ceduto alle lusinghe dei grandi manifesti, privilegiando scoperte e valori sicuri e rendendo omaggio a Kurt Cobain e Françoise Hardy.

Nonostante il tempo cupo che ha prevalso per tutta la settimana a Berry, il 48th edizione di Printemps de Bourges ha – in gran parte – mantenuto le sue promesse, con i suoi 130 artisti in lizza, i suoi 86 spettacoli e i suoi 250 concerti registrati nei bar della città. Quest’anno il festival ha voluto rivisitare i repertori di due icone della musica pop: Kurt Cobain e Françoise Hardy. Mercoledì 24 aprile, intorno alle 20, in un Palais d’Auron pieno come un uovo, è stato reso con dignità un omaggio alla “grande” Françoise, molto indebolita dal cancro alla laringe diagnosticato nel 2019.

Ambroise Willaume, detto Sage, è responsabile dell’ideazione e della direzione musicale di questo progetto musicale co-creato con le équipe di Radio-France. Questo ricercatissimo cantante, chitarrista e arrangiatore, leader del gruppo Astral Bakers, ha saputo riunire un cast tricolore XXL: Zaho de Sagazan, Clara Luciani, November Ultra, Albin de Simone, il palco regionale PR2B, Voyou e persino Alex Kapranos, il frontman dei Franz Ferdinand, indossa il suo abito marrone degli anni Sessanta. Al di là delle seghe essenziali dell’idolo degli yéyés (“All the Boys and Girls”, “Comment te dire adieu”?, “Ma jeunesse fout le camp”) interpretate in modo sobrio, gli artisti hanno saputo estrarre qualche pepita dal cantante , come “Le Large” o “La question”, capolavoro della bossa nova dei primi anni ’70 interpretato con emozione dalle due Clara (Ysé e Luciani).

Cambio di atmosfera, il giorno dopo, alle 20, nella sontuosa cattedrale di St-Etienne a Bourges, con l’atteso concerto di Chan Marshall aka Cat Power, il cantautore americano attorno alla leggendaria esibizione dal vivo di Bob Dylan, in 1966. Vestito tutto di nero, circondato da un lungo cappotto beige, un po’ freddo, l’artista, circondato da un giovane gruppo di musicisti, ha eseguito le 14 canzoni di “Zim”, con grazia e rispetto, alternando set acustici e volo elettrico , in conformità con il concerto originale.

Il giorno dopo, ci siamo ritrovati, a fine pomeriggio, al capezzale di tre artisti preziosi e promettenti nello storico teatro Jacques Cœur, nel cuore della città di Berry. Dopo la performance poetica e crepuscolare dell’artista brussellese Loverman, abbiamo vibrato sugli arpeggi del folk ampio e ombroso dell’artista americano-canadese Danielle Aykroyd alias Vera Sola prima di soccombere agli accenti velenosi di Timber Timbre guidati da un abitato Taylor Kirk .

Non vedo l’ora che arrivi il prossimo anno!

Uno sguardo all’edizione 2023 del festival Berrichon

Eric Delon

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