L’isola del tempo libero di Cergy-Pontoise, un futuro in questione

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Di Girolamo Cavaretta
pubblicato su

29 24 aprile alle 18:46

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Un futuro da tracciare. Di fronte a un deficit cronico (1,77 milioni di euro nel 2023) in gran parte legato a un modello economico soggetto a vincoli meteorologici, l’isola ricreativa di Cergy-Pontoise (Val-d’Oise) si prepara a fare introspezione.

“Dobbiamo evolvere il nostro modello preservando il nostro ruolo di ammortizzatore sociale”, afferma il presidente del sito, Thibault Humbert. Ogni anno, non sappiamo dove stiamo andando in termini di pareggio di bilancio, dobbiamo dare più visibilità ai nostri partner (il Dipartimento e l’agglomerato di Cergy-Pontoise che devono colmare il deficit equamente come previsto dagli statuti del sito, ndr) con partecipazione nota in anticipo.

Per reinventarsi

Si tratta di un piano di orientamento strategico che il contesto verde di Cergy-Pontoise intende attuare a partire dal 2025 nell’ambito dell’iniziativa Reinventing Leisure Islands sostenuta dalla Regione, proprietaria del sito. Prima delle elezioni comunali del 2026 interrompere i dibattiti.

La posta in gioco è alta: “per garantire la sostenibilità della propria attività a medio e lungo termine e di fronte alle nuove sfide economiche e sociali”, l’attrezzatura deve “mettere in discussione il proprio metodo di gestione e trovare nuove risorse”.

«L’equazione è difficile, ma quello che è certo è che il sindacato paritetico (che gestisce l’isola ricreativa, ndr) non vuole andare verso una delega totale del servizio pubblico», scivola Thibault Humbert.

Per supportarla nel suo approccio, l’isola del tempo libero si avvalerà di una società di consulenza strategica. La sua missione: dire a quale orizzonte dovrà puntare il sito di Valdois nei prossimi dieci anni. Verso qualche spazio più privatizzato come l’area paintball allestita l’anno scorso (leggi altrove) o, al contrario, verso il ritorno a uno spazio naturale al 100% liberato dalle sue attività generatrici di cassa.

A meno che un percorso intermedio, da qualche parte tra i suoi due modelli diametralmente opposti, emerga dalle acque agitate di un’isola di svago al bivio. Un terzo percorso che potrebbe, ad esempio, prevedere la delimitazione a nord dell’isola di una zona protetta, preservata da ogni nuova attività. Inviolabile.

L’area molto controversa del paintball

Lei è un simbolo. Quella della lotta dei sostenitori di un’isola del tempo libero preservata dalla privatizzazione dei suoi spazi. L’anno scorso, la realizzazione di un’area di paintball nel polmone verde dell’area metropolitana di Cergypontaine ha suscitato proteste tra le fila dei difensori della causa ecologica.
Il culmine di questa feroce opposizione che non era riuscita a impedirne l’apertura: la manifestazione organizzata lo scorso luglio per denunciare “un attacco totale contro la biodiversità e gli uccelli che nidificano vicino al sito. »
“Sarà Disneyland!” »
“Se continua così, quest’isola di svago diventerà un parco divertimenti, sarà Disneyland! L’azione che intraprendiamo oggi è simbolica per il futuro delle altre isole ricreative dell’Ile-de-France», ha previsto Luc Blanchard, copresidente di France Nature Environnement Ile-de-France.
“Finora questo spazio era dedicato agli aquiloni, presto la sua terra sarà calpestata, i suoi fiori schiacciati e gli animali guarderanno altrove”, ha sottolineato Sylvie Foliguet, membro di Cergy-Pontoise Environnement, l’associazione all’origine dello sciopero. . Presto, questa terra andrà a beneficio solo di poche persone privilegiate e ricche. Non siamo contrari al paintball, ma lo facciamo in un terreno industriale desolato, non nel mezzo di un’area naturale progettata per la tranquillità. »

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