pro o contro la passerella del Monte Bianco?

-

Pro o contro la passerella del Monte Bianco?

Marjorie de Chastonay dei Verdi e Leïla El-Wakil di SOS Patrimoine.

Marjorie de Chastonay – Deputata Verde*, Leïla El-Wakil – Storica dell’architettura*

Pubblicato oggi alle 8:05

Iscriviti ora e goditi la funzione di riproduzione audio.

BotTalk

I ginevrini saranno chiamati a votare il 24 novembre sulla creazione di un ponte pedonale, a monte del ponte del Monte Bianco. Questo progetto, stimato in 55 milioni di franchi, trova qui una voce favorevole, quella della deputata Marjorie de Chastonay, e un’altra ostile, quella della guardiana del patrimonio edilizio, la professoressa Leïla El-Wakil.

Sì al ponte pedonale del Monte Bianco

Il 24 novembre la popolazione della Città di Ginevra voterà sulla creazione del ponte pedonale del Monte Bianco. Sostenuto da un ampio comitato trasversale e da numerose associazioni di mobilità e professionali, questo progetto unitario offre una risposta concreta ai bisogni dei pedoni e dei ciclisti.

Il ponte del Monte Bianco, ormai saturo, è poco adatto ai pedoni e ai ciclisti. Da un lato i numerosi pedoni, residenti, famiglie e turisti avanzano, più che vagano, fitti sul marciapiede a monte del ponte, dall’altro i ciclisti, che si accalcano su una micropista ciclabile a senso unico. Offrendo una passerella dedicata esclusivamente ai pedoni, si tratta di uno spazio sicuro e confortevole che viene offerto quotidianamente alla popolazione il cui investimento è condiviso dalla Città (26 milioni), dal Cantone, dalla Confederazione e da una fondazione privata. Più sicurezza e comfort per tutti!

L’attuale convivenza tra pedoni e ciclisti aumenta il rischio di incidenti. La passerella separa i flussi e garantisce l’attraversamento sicuro del ponte. Questo miglioramento è essenziale per una città come Ginevra, dove il numero di ciclisti è esploso e dove il 40% della popolazione utilizza lo spostamento a piedi come mezzo di trasporto. Ogni giorno più di 15.000 pedoni attraversano il ponte del Monte Bianco.

Con la passerella Ginevra può finalmente completare la famosa “U” ciclabile attorno al porto offrendo una pista ciclabile bidirezionale e continua. Questo circuito sicuro incoraggia ulteriormente la mobilità attiva, diventando al tempo stesso un luogo popolare per le passeggiate sia per la gente del posto che per i turisti. Ginevra rafforza così il suo impegno per una città più verde e sostenibile.

La passerella è quindi molto più di un semplice passaggio. Con una vista mozzafiato sul porto, diventa un luogo di incontro e convivialità nel cuore della città. Le strutture (accesso e panchine lungo tutto il percorso pedonale) sono progettate per essere accessibili a tutti, comprese le persone a mobilità ridotta, garantendo uno spazio inclusivo per tutti i ginevrini. La passerella è un primo passo a favore della mobilità attiva, anche se noi Verdi continueremo a lottare per la creazione di una corsia supplementare per gli autobus sul ponte del Monte Bianco.

L’ampio sostegno politico e associativo alla passerella testimonia la portata del consenso attorno a questo progetto, perché risponde ad un bisogno reale.

Il 24 novembre votare sì al ponte pedonale del Monte Bianco significa fare una scelta per una città più sicura, più amichevole e sostenibile e offrire una risposta concreta alle sfide della mobilità creando un nuovo spazio emblematico nel cuore di Ginevra.

* Membro dell’ufficio di presidenza dell’ATE

Un ponte inadeguato e costoso

Nel 1982, su richiesta dell’Aspic (oggi Pro Velo), il ponte Bergues, fino ad allora destinato a tutti i tipi di traffico, fu chiuso alle auto e riservato esclusivamente a biciclette, pedoni e altri tipi di mobilità dolce. Ancora oggi è il percorso preferito da molti ciclisti per attraversare la città da una sponda all’altra.

Nel 2011 la Città di Ginevra ha lanciato un concorso di progetto SIA 142 per un attraversamento pedonale/ciclabile del porto di Ginevra. Dei 51 candidati selezionati, il progetto di Pierre-Alain Dupraz e Ingeni SA, catturato al secondo turno del ripescaggio, ha finito per vincere. Passano undici anni prima che esca dai cassetti polverosi dell’amministrazione per essere adottata dal Consiglio Comunale nella primavera del 2024.

Il costo nel frattempo ha preso l’ascensore e si articola la cifra di 58 milioni (studi compresi), una cifra davvero esorbitante a cui si aggiungeranno, come sempre, gli inevitabili sfori di budget dovuti a imprevisti. ! Chiamato erroneamente “ponte pedonale”, poiché è largo 3 m per consentire l’accesso ai vigili del fuoco, questo ponte destinato ai pedoni erigerà la barriera visiva del suo muro continuo in acciaio alto 1,50 m: questo nuovo massiccio intruso costituirà un ostacolo indelebile tagliando fuori la città dal suo lago.

Il porto è, tuttavia, protetto da un piano regolatore adottato nel 1978, modificato da ultimo nel 2020. Questo sistema “mira a preservare il carattere storico e architettonico degli edifici e dei complessi situati sul fronte della banchina, del porto e delle piazze adiacenti. » La preoccupazione di perpetuare un’immagine emblematica è la salvaguardia che avrebbe dovuto impedire l’idea stessa di questo corpo estraneo, anche se si trattasse di un’acrobazia ingegneristica contemporanea!

Riconosciamo nell’argomentazione del programma di concorso lo zampino della nomenklatura verde, che giura risparmio energetico, spoglia il bitume e si adagia davanti alla “mobilità dolce” a cui dedica una cosiddetta autostrada, denominata “Lacustre U”. ! L’ecologia municipale non mette in alcun modo in discussione l’impatto del carbonio di questo futuro ponte che richiederà 1.500 tonnellate di acciaio e cortei di betoniere, né prende in considerazione il principio di parsimonia che, in questo momento critico di cambiamento climatico, deve anche dettare il comportamento collettivo .

Lo scenario fittizio di questo progetto prevede che i ciclisti beneficeranno di una pista ciclabile a doppio senso sul lato a monte del ponte del Monte Bianco. Avevamo almeno previsto il caos all’uscita del Giardino Inglese, all’altezza del Monumento Nazionale e dell’Orologio Floreale? Come garantire la sicurezza dei camminatori, dei turisti e degli altri fruitori del Giardino Inglese quando arriverà il flusso delle due ruote? Lì l’utopica U della tanto decantata futura autostrada ciclabile inevitabilmente si spezzerà.

L’aggiunta della passerella del Monte Bianco, questo affronto alla facciata del porto, equivale a dare il colpo finale al leggendario paesaggio lacustre di Ginevra. Cerchiamo di essere abbastanza saggi da rifiutare attrezzature costose, inadeguate e inutili! Diciamo fermamente no a questo ponte superfluo!

* Segretario di SOS Patrimoine

Notiziario

“La Tribuna delle Opinioni”

Con la Tribuna delle Opinioni, trovate analisi, editoriali, lettere dei lettori, pareri di esperti… Tanti spunti per formarvi ogni lunedì la vostra opinione.

Altre newsletter

Login

Hai trovato un errore? Per favore segnalacelo.

0 commenti

-

PREV Unico nel Calvados, l'FC Féminin Houlgatais vuole essere “più di una squadra di calcio”
NEXT Vacanze di Ognissanti in Gironda: surf, ciclismo e fette biscottate al burro salato al campeggio municipale di Porge Océan