GIUSTIZIA “In questo momento a Nîmes, in termini di violenza, stiamo giocando la Champions League”.

GIUSTIZIA “In questo momento a Nîmes, in termini di violenza, stiamo giocando la Champions League”.
GIUSTIZIA “In questo momento a Nîmes, in termini di violenza, stiamo giocando la Champions League”.
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Un uomo verrà condannato a cinque anni di carcere per aver aggredito e minacciato con un’arma una guardia carceraria in borghese, un giovane studente liceale e una madre nelle strade di Nîmes questo martedì.

Uscendo dalla panetteria, martedì 24 settembre intorno alle 6,30, una guardia carceraria del carcere di Nîmes è stata fermata da un uomo in macchina che gli chiedeva dei soldi. A seguito di una risposta negativa, l’autista estrae un’arma dal suo veicolo per minacciarlo. Pochi minuti dopo, nei pressi della tangenziale e dello Chemin bas d’Avignon, il criminale si è fermato. Picchia uno studente delle superiori, lo mette a terra e punta la pistola nella sua direzione. Spaventato, il giovane gli dà il suo telefono.

Poi, a questo giovane di 24 anni viene attribuito un terzo fatto. Una madre preleva da un bancomat quando quest’ultimo le chiede di dargli i soldi. Lei rifiuta e davanti alla figlia di otto anni l’aggressore le punta contro una pistola. Lavorando nell’industria delle armi, la madre riconosce subito che l’arma è falsa e comincia a urlare contro il ladro. Durante questi tre attacchi, un individuo dormiva sul lato del passeggero. Interrogato dalla polizia durante la sua detenzione, quest’ultimo è stato archiviato dal caso. L’autista sarà processato questo giovedì in un’udienza di comparizione immediata…

Il giudizio

“Ammetto i fatti, ma non sono stato proprio io, sono un bravo ragazzo. Solo che avevo preso cocaina e bevuto alcol, quindi non avevo più il controllo di me stesso. Capisco che avevano paura, me ne pento sinceramente”assicura nel box. Sul banco delle parti civili la madre è in lacrime. “Non preferisco nemmeno immaginare cosa avrebbe potuto fare a mia figlia” spiega. La guardia carceraria ha detto alla corte: “Non dormo da due giorni, sono senza lavoro, ho un forte impatto mentale.” Già condannato per violenza sui suoceri, l’imputato è recidivo.

Willy Lubin, pubblico ministero, formula queste richieste: “Tre rapine in brevissimo tempo sono inaccettabili! Mentre alcuni vanno al lavoro, tu prendi un’arma per derubare le persone. Le vittime sono traumatizzate. Non possiamo trovargli scuse in relazione al consumo di cocaina per atti così gravi. Chiedo una pena detentiva di sette anni. Voglio che la gente di Nîmes sia rassicurata, perché in questo momento a Nîmes, in termini di violenza, stiamo giocando la Champions League.

Il tribunale di Nîmes ha condannato l’imputato, 24 anni, a cinque anni di carcere, di cui un anno con la condizionale, con il divieto di contatto con le vittime e l’obbligo di lavorare e fornire cure tossicologiche e psicologiche.

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