AA/ Dakar/ Alioune Ndiaye
Mercoledì il presidente senegalese, Bassirou Diomaye Faye, ha deplorato la tragica situazione che persiste in Palestina, definendo la guerra da cui deriva “una ferita aperta sulla coscienza internazionale”.
Faye, intervenendo alla 79esima sessione ordinaria dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, ha chiesto un cessate il fuoco immediato e duraturo.
“Esprimo ancora una volta la preoccupazione del Senegal per la tragica situazione che persiste in Palestina. Intere generazioni sono cresciute lì all’ombra dell’oppressione, private del diritto fondamentale a uno Stato vitale”, ha sottolineato il presidente. Faye.
“Questa guerra, che non risparmia né donne, né bambini, né infrastrutture vitali, è una ferita aperta nella coscienza internazionale”, ha ribadito, a nome del suo Paese, che presiede il Comitato per l’esercizio dei diritti inalienabili del popolo palestinese. , il suo sostegno alla soluzione dei due Stati.
“È imperativo che il diritto internazionale umanitario venga ristabilito in tutte le zone di conflitto”, ha avvertito, non senza deplorare numerose violazioni del diritto internazionale in tutto il mondo.
“Vediamo ogni giorno che il diritto internazionale, il cemento della pace nel mondo, viene spesso violato. Le risoluzioni adottate da questa stessa Assemblea vengono ignorate. Tollerando queste ripetute violazioni, stiamo calpestando i principi della Carta delle Nazioni Unite”, ha affermato.
Il presidente Faye ha anche sottolineato l’inerzia delle Nazioni Unite sulla situazione nel Sahel.
“Non possiamo più chiudere un occhio di fronte alla tragedia in corso nel Sahel (…) Questa regione, un tempo stabile, è ora preda della violenza quotidiana, mentre le Nazioni Unite, e in particolare il Consiglio di Sicurezza, troppo spesso rimangono inerti”, ha osservato Faye.
“Allo stesso modo, non possiamo accettare che il Sahel diventi teatro di rivalità tra potenze straniere”, ha proseguito, ricordando che la pace e la sicurezza dell’Africa sono inseparabili dalla pace mondiale.
“È fondamentale che il Consiglio di Sicurezza svolga pienamente il suo ruolo di garante della stabilità internazionale”, ha affermato.
“Non lasciare nessuno indietro: agire insieme per la pace, lo sviluppo sostenibile e la dignità umana per le generazioni presenti e future” è il tema del dibattito generale della sessione.
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