Il Museo delle Arti Decorative di Parigi unisce moda e design

Il Museo delle Arti Decorative di Parigi unisce moda e design
Il Museo delle Arti Decorative di Parigi unisce moda e design
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Si tratta di una forma di balletto perfettamente coreografato che Museo delle Arti Decorative. Poco prima dell’inaugurazione della mostra” Corso di moda, gioielleria, design » che si concluderà il 10 novembre, ci siamo intrufolati dietro le quinte di questa particolarissima esposizione. Per rivitalizzare le gallerie dedicate al design, il museo ha infatti scelto di far interagire pezzi dei più grandi stilisti con gioielli e abiti delle sue collezioni. Su cinque piani del Padiglione Marsani mobili, accuratamente avvolti nella pellicola a bolle, sono stati quindi spostati per far spazio a queste altre creazioni eccezionali.

Vediamo davvero queste opere in modo diverso.

Questa mattina è Giulia Baldovinocuratore del dipartimento contemporaneo, che ci guida verso l’imponente abito “Icon”, ispirato a Nostra Signora di Aparecida e disegnato da Stéphane Rolland, che si trova accanto a un guardaroba dei fratelli Campana che mette in risalto tutto il barocco misto a sacralità latina di quest’opera. “Mettendo in risonanza questi trenta pezzi di haute couture e un centinaio di accessori e gioielli con quasi 400 oggetti di design e artigianatovediamo davvero queste opere in un modo diverso”, esulta. Durante la visita, che desacralizza il lato tecnico del design e mette in risalto le affinità di forme o design, la corrispondenza delle ispirazioni è davvero ovvia.

Un mix di generi tanto attuale quanto poetico

Nella stanza che evoca lo stile “ocean liner” con un’estetica industriale, una spilla di Jean Després risponde ai “Pods of drawers” ​​interamente rivettati di Mark Newson e a uno splendido abito di Olivier Rousteing per Balmain. Un po’ più avanti, nello spazio dedicato alle forme elementari e geometriche, una sedia di Ron Arad convive con una silhouette di John Galliano per Dior e gioielli dalle linee pulite di Cartier o Claude Chavent. A volte basta una sola silhouette, come questo manichino vestito con un tailleur in suede di Hermès del 1963 che abita meravigliosamente la ricostruita aula universitaria di Jean Prouvé.

Come saranno, quindi, questi 800 m2 distribuiti su cinque piani dopo il 10 novembre? “Non lo sappiamo ancora”, spiega Julia Balduini. “L’unica certezza è che gli abiti, che sono i pezzi più fragili, torneranno nelle riserve. Magari saranno sostituiti da altri, magari torneremo al 100% design”. Nel dubbio, non tardare a scoprire questo mix di generi tanto attuale quanto poetico!

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