Dopo Fnideq riemerge lo spettro dei visti

Dopo Fnideq riemerge lo spettro dei visti
Dopo Fnideq riemerge lo spettro dei visti
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La questione migratoria tra Marocco e Algeria… un campo minato in cui politica, sicurezza e diplomazia si scontrano in modo sottile come un elefante in un negozio di porcellane. È affascinante vedere come, dopo anni di relativa apertura delle frontiere, la gente stia di nuovo sussurrando nei salotti silenziosi di Rabat che l’idea di ripristinare i visti per i cittadini algerini è un’eccellente alternativa.

Di fronte alle crescenti tensioni con l’Algeria, in Marocco si stanno alzando voci per ripristinare l’obbligo del visto per i cittadini algerini, una misura abbandonata nel 2004, ironicamente, nel tentativo di pacificazione diplomatica da parte del Regno.

Il presunto coinvolgimento degli algerini nell’invasione di Ceuta e le minacce di destabilizzazione alimentano queste richieste, soprattutto in vista di eventi importanti come la CAN del 2025 e la Coppa del Mondo del 2030. Per molti, questa decisione sarebbe un atto precauzionale di fronte ai presunti tentativi di destabilizzazione provenienti dal vicino orientale.

Sebta, l’invasione che non dice il suo nome

Il culmine di tutto ciò è che questa volta non stiamo parlando solo della tradizionale questione degli immigrati clandestini che sognano l’Europa, ma anche di un risvolto più subdolo: quello del tentativo di invasione di Ceuta, orchestrato inizialmente dall’Algeria.

Sì, seguite lo sguardo, l’operazione sembra essere stata organizzata dall’altra parte del confine, poi trasmessa dagli influencer in Marocco – che, tra l’altro, meritano un premio per la loro performance nella manipolazione di massa. Sanno molto oggi assaggiando, peraltro, la freschezza della paglia delle cellule.

Questi influencer, che sembravano influenzare solo se stessi, si sono presi la responsabilità di alimentare le speranze di giovani disperati, promettendo loro chimere di fortuna a Ceuta. Tutto questo sotto la copertura di video di TikTok e altri messaggi Instagram di dubbio gusto, che elogiavano l’Eldorado spagnolo dall’altra parte del mare.

Migranti algerini o turisti improvvisati?

Il Marocco, che nel 2004 ha abolito l’obbligo del visto per inaugurare un capitolo di amicizia regionale, si trova ora a dover gestire un flusso di migranti algerini che chiaramente non sono lì per godersi il nostro oceano e le spiagge del Mediterraneo o per visitare Marrakech.

No, molti finiscono a Ceuta, nel disperato tentativo di forzare la mano all’Europa. Un’invasione, niente di più, niente di meno, che alcuni preferiscono chiamare “migrazione di massa” per restare politicamente corretti. Ma, diciamo la verità, è tutto fuorché un esodo pacifico.

Non si tratta solo di un problema di gestione delle frontiere. È anche una questione di sovranità, poiché il Marocco vede la sua politica di apertura deviata per servire gli interessi di coloro che sono pronti a tutto per sfidare le onde, anche se ciò significa annegare in un mare di disperazione e illusioni.

Il Marocco, da parte sua, vede l’escalation e il legame con l’Algeria. I mormorii si fanno sempre più pressanti nei corridoi del potere: reintrodurre il visto per gli algerini sarebbe un modo per controllare questi flussi migratori incontrollati.

Ripristinare il visto: una soluzione o un rimedio temporaneo?

Qualcuno dirà che ripristinare il visto non risolverà nulla. Dopotutto, quando si è deciso di andarsene, non è un pezzo di carta a fermare lo slancio di chi non ha più niente da perdere. Ma, per altri, la reintroduzione di questa misura manderebbe un segnale forte ad Algeri, che, diciamolo, ha sempre avuto una certa “ambivalenza” nei confronti delle questioni migratorie.

Se il Marocco scegliesse di reintrodurre il visto, sarebbe un duro colpo per le relazioni già tumultuose tra i due Paesi. Ma, francamente, non ci andremo molto lontano. Dopo anni di fermezza da parte algerina e di cauta apertura da parte marocchina, l’idea di un ritorno a una chiusura parziale è solo un altro capitolo di una saga diplomatica che continua a complicarsi.

Influencer e social network: i nuovi facilitatori

Sarebbe quasi divertente vedere come la tecnologia giochi un ruolo in tutto questo caos. In passato, i contrabbandieri erano figure oscure, che operavano in zone senza legge, negoziando con i loro clienti in squallidi bar.

Oggi sono gli influencer con magliette firmate e occhiali da sole a vendere sogni di migrazione sui social network. Il tutto con filtri ed effetti sonori, giusto per aggiungere un po’ di glamour alla precarietà.

I giovani algerini, come una manciata di marocchini, cadono nella trappola, credendo che un semplice attraversamento li condurrà alla felicità eterna. La verità è molto più oscura. Molti si ritrovano intrappolati a Ceuta, in una situazione peggiore di quella che si sono lasciati alle spalle.

Visto o no, il problema persiste

Ripristinare i visti per gli algerini difficilmente risolverà questa situazione. I flussi migratori sono un sintomo di un problema molto più profondo: una disperazione sociale ed economica che né i confini né i muri possono contenere.

Tuttavia, per il Marocco questa decisione potrebbe almeno simboleggiare un ritorno al controllo dei propri confini, inviando un messaggio chiaro a coloro che approfittano dell’apertura del Marocco per organizzare invasioni mascherate.

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