Seine-et-Marne. Rintracciato dagli Stati Uniti, consultava siti pedocriminali sul suo computer

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Seine-et-Marne. Rintracciato dagli Stati Uniti, consultava siti pedocriminali sul suo computer
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Editoriale La Repubblica di Senna e Marna

Pubblicato il

22 settembre 2024 alle 10:05

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Non è raro vedere certi individui rimanere intrappolato al gioco molto rischioso di frequentare siti pedocriminaliPer qualche mese si abbandonano alle loro piccole abitudini sporche, presumibilmente clandestinamente, e poi una mattina, un fulmine li colpisce quando vedono arrivare qualcuno la polizia.

È quello che è successo di nuovo a un uomo di 35 anni, residente a Melun, nella Senna e Marna. Nel suo incontro abituale e solitario a porte chiuse con il suo computernon era a conoscenza del fatto che in Virginia fossero installati dei localizzatori, STATI UNITI (e raggruppati sotto l’acronimo anglosassone MCMEC), lo hanno osservato attentamente finché non hanno scoperto i suoi vagabondaggi sul web, prima di denunciarlo alla polizia.

Presso il tribunale penale

L’uomo appare al bar del ttribunale penale da Melun, mercoledì 18 settembre 2024. Tutto l’aspetto fisico e di abbigliamento diun nerd trentenne che conosce assolutamente tutto sulle sottigliezze di Internet e sostiene di contraddire le prove che lo schiacciano.

Davanti ai giudici, si lancia in complesse spiegazioni per dimostrare la sua innocenza, e addirittura la sua totale estraneità a qualsiasi perversione pedocriminale. L’imputato ammette di aver cercato sul web siti contaminati, ma senza consultarli: “solo per il piacere di scovarli”. Allo stesso modo, ha archiviato una quantità di documenti proibiti, senza scaricarli: “Non si tratta di consultazioni, ma di ricerche…”, sostiene.

Centinaia di immagini

L’uomo, con l’autorevolezza dell’esperto, sostiene la sua versione: il suo gioco era innocente, cosa che ovviamente viene negata dall’ 943 file, 869 immagini e 5 video trovati sui computer, Chiavette USB E telefoni cellulari cercato a casa. Vecchie pratiche da quando era stato oggetto di un rapporto giudiziario per diffusione di immagini criminali quando era uno studente di scuola media.

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Una stirpe tossica

Il processo assume una piega molto più introspettiva e tragica quando l’imputato parla in tribunale del ruolo di suo padre in questo caso. Un padre ora deceduto e lui stesso coinvolto in casi simili. Parte dell’attrezzatura informatica sequestrata sarebbe stata infettata dal padre che gli aveva lasciato in eredità i suoi file…

Il trentenne, molto teso nel rispondere alle domande dei magistrati, scoppia in lacrime quando deve affrontare questioni così intime. Una stirpe tossica che fornirà un argomento legittimo al suo avvocato, al momento della sua difesa: “Come si può costruire se stessi con un padre che è lui stesso un pedocriminale?”

Scheda del molestatore sessuale

Il pubblico ministero, nelle sue conclusioni, andrà dritto al punto, riassumendo in sostanza questa ipotesi: “Senza consultazione o download non ci sarebbero siti criminali, né quindi alcunbambini martirivittime di ogni forma di abuso per soddisfare perversioni e vizi degli internauti “.

Una tesi inarrestabile che lo porterà a chiedere due anni di sorveglianza socio-giudiziaria nei suoi confronti. Una richiesta appesantita dal tribunale che ha condannato l’imputato a 18 mesi di carcere con la condizionale, una monitoraggio socio-giudiziario 5 anni, divieto di attività che coinvolgono minori e iscrizione nel registro dei condannati per reati sessuali.

Jean-François CALTOT

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