Gli avvocati avevano sostenuto che avrebbe dovuto affrontare trattamenti inumani e degradanti in una prigione francese, soprattutto perché era stato condannato in Francia a una pena detentiva “a vita”, che avrebbe dovuto decorrere dopo la condanna all’ergastolo.
Salah Abdeslam rimandato in Francia: i motivi della sua partenza
Nell’ottobre 2023, la Corte d’appello di Bruxelles, riunita in giudizio sommario, si è pronunciata a favore della difesa di Salah Abdeslam, ritenendo che questa condanna alla sicurezza “a vita” potesse essere considerata “irriducibile” e quindi contraria all’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che prevede in particolare che “nessuno può essere sottoposto a tortura, né a pene o trattamenti inumani o degradanti”. Ha quindi ordinato che tale rimpatrio in Francia fosse temporaneamente sospeso.
La Corte di Cassazione, anch’essa adita, ha appena concluso che l’interpretazione di questo articolo da parte della Corte d’appello di Bruxelles non è corretta. Ha ribaltato la sua decisione e ha rinviato il caso alla Corte d’appello di Mons.
Nel frattempo, nel febbraio 2024, il condannato è stato comunque trasferito in Francia.