La saga di Julie Taton riaccende tutto a Mons, con le grandi città nel mirino… Come pensa il MR di ottenere nuovi successi nelle elezioni locali?

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Formazione del governo federale: l’ombra delle elezioni locali incombe sui negoziati in Arizona

I partiti dell’Arizona non avranno tempo di respirare dopo le elezioni locali del 13 ottobre. Nei giorni successivi, i negoziati per formare un governo federale riprenderanno in linea di principio in vigore.

Di Sudinfo con Belga

Pubblicato il 20/09/2024 alle 16:43

È stata annunciata una nuova scadenza: la fine dell’anno, se l’Europa accetterà la richiesta del Belgio di posticipare la data entro la quale deve presentare il suo piano di risanamento delle finanze pubbliche.

Dopo il 9 giugno, una coalizione formata da N-VA, MR, Engagés, Vooruit e CD&V è emersa come la formula per la futura maggioranza federale. Ci si aspettava una rapida negoziazione, con un governo intorno al 20 settembre, data inizialmente imposta dall’Europa per i piani di ripresa degli stati sottoposti a una procedura di deficit eccessivo. Dopo la procrastinazione di Vivaldi, l’Arizona si sarebbe distinta per la sua velocità ed efficienza, giuravano i suoi sostenitori.

La macchina si è bloccata il 22 agosto: in assenza di un consenso sufficiente attorno a una “super nota” dedicata al bilancio e alle riforme in materia fiscale, occupazionale e pensionistica, il formatore Bart De Wever (N-VA) ha presentato le sue dimissioni al Re. Le difficoltà si sono poi cristallizzate attorno a una tassazione delle plusvalenze voluta da Vooruit ma rifiutata dal MR e a un’inimicizia tra i leader dei due partiti, Conner Rousseau e Georges-Louis Bouchez. Le fughe di notizie del documento alla stampa hanno tuttavia mostrato che il problema era più ampio: che riguardassero le pensioni, l’occupazione o i sindacati, molti punti rischiavano di rivelarsi molto complicati da far passare a sinistra, o anche per i partiti centristi. Dopo una missione di mediazione del presidente degli Engagés, Maxime Prévot, il signor De Wever è stato rimesso in sella come formatore. Ma al TGV annunciato prima delle sue dimissioni, ora preferisce l’omnibus. Capite: le trattative dureranno e non si concluderanno prima delle elezioni locali. Il rapporto dell’allenatore al Re è previsto per il 23 settembre.

Le elezioni, un imperativo che richiede tempo

Oltre alla difficoltà per alcuni partiti di presentarsi agli elettori con misure impopolari, ci sono le necessità della campagna elettorale. E diversi presidenti sono candidati a sindaco (almeno ufficialmente): Bart De Wever ad Anversa, Maxime Prévot a Namur, Conner Rousseau a Sint-Niklaas e Georges-Louis Bouchez a Mons.

Una volta concluse le elezioni locali, i negoziatori avranno più tempo e più margine di manovra politica, anche se la situazione in alcuni comuni potrebbe pesare molto. Tutti guardano verso Anversa, dove formare una maggioranza non sarà facile. Anche l’equilibrio di potere tra i partiti potrebbe cambiare. Un nuovo successo del MR potrebbe rendere Georges-Louis Bouchez ancora più intrattabile su alcune questioni. Non si può escludere nemmeno una nuova ascesa del Vlaams Belang. Il partito di estrema destra ha vinto in 164 comuni fiamminghi il 9 giugno. Il cordone sanitario potrebbe essere messo alla prova e i partiti fiamminghi rischiano di diventare un po’ più rigidi sul delicato tema dell’immigrazione.

Georges-Louis Bouchez e Paul Magnette.

Georges-Louis Bouchez paragonato a Donald Trump da Paul Magnette: “Il parallelo sembra piuttosto ovvio”

Il governo federale non è l’unico livello di potere in ritardo. A differenza della Vallonia e della Federazione Vallonia-Bruxelles, né le Fiandre né Bruxelles hanno ancora una maggioranza. Nella capitale, è probabile che dovremo aspettare fino al 13 ottobre. In questo caso, l’equazione è diversa rispetto all’Arizona: sul versante francofono, MR e Engagés devono fare i conti con il PS, e la formazione di maggioranze comunali potrebbe anche pesare sulle discussioni. L’avvicinarsi delle elezioni comunali ha in ogni caso già infiammato il clima politico. L’annuncio unilaterale da parte della futura coalizione francofona del rinvio di una nuova fase della zona a basse emissioni ha costretto l’ex del partito fiammingo, Elke Van den Brandt (Groen), a gettare la spugna. La composizione di una maggioranza fiamminga a Bruxelles era una scommessa. Oggi, sembra impossibile.

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