incontro di corpi e culture

incontro di corpi e culture
incontro di corpi e culture
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Mercoledì sera si è aperta la stagione 2024/2025 dell’Agora de la danse. In programma, la nuovissima creazione del Carré des Lombes, dove i coreografi Danièle Desnoyers e Taoufiq Izeddiou, ideatore della prima scuola di arti coreografiche in Marocco, si confrontano con la loro scrittura artistica per renderla unica. Presentata al Montpellier Danse Festival l’anno scorso, Montreal-Marrakech affascina per l’ibridazione e il dialogo dei corpi.

Luce del giorno che entra dalla finestra sul lato del giardino. Tele che diffondono e riflettono ombre e luci. Un palcoscenico tagliato da un quadrato centrale che fungerà da area di gioco e di scambio. Così, prima ancora di entrare nei corpi, è stata pensata e ci viene mostrata la creazione di un palcoscenico aperto, uno spazio neutro dove tutto può aver luogo. All’inizio è richiesta lentezza, con gli artisti che si scambiano le coperte, camminando al rallentatore nello spazio, musica soft in sottofondo. Poi il flauto prende il sopravvento, i corpi diventano più attivi pur rimanendo in movimenti contenuti, semplici passi, avanti, indietro. Poi si inseriscono gradualmente delle ondulazioni fino a quando i quattro artisti, due di Montreal, due del Marocco, entrano in contatto.

I movimenti entrano poi nella fluidità, nella mescolanza delle pelli. I corpi si mescolano, si districano, si avvolgono, si srotolano, tutto con delicatezza. L’ascolto degli altri è palpabile e cattura lo sguardo e i sensi. I duetti formano ed esplorano altre partiture coreografiche, con lavoro sul contrappeso, piccoli salti, ecc.

I partner si scambiano, il fumo si addensa, i rumori diventano più urgenti. I gesti accelerano, rapidi ed efficienti, in piccoli movimenti vivaci e crudi, poi si rilassano, in completo abbandono, ma senza distendersi nel tempo. Spingere. Tirare. Gli individui esplorano e abitano lo spazio insieme, o separatamente. Poi, la musica diventa più ritmata, portando con sé la disarticolazione degli arti e gli spasmi. Anche qui, la nostra attenzione è catturata dalla miscela di suoni e interpreti che incarnano questa ricerca di stato corporeo e di incontri con l’altro.

Durante tutto il brano, gli interpreti entrano ed escono dalla piazza. E a ogni incontro con un individuo, la proposta corporea è diversa. Entriamo sempre con micromovimenti per arrivare a gesti esplosivi ed eccitanti. Un semplice “no” della testa si trasforma così in grandi spinte in avanti e indietro, in armonia con un secondo interprete. Tutto in potenza. Stessa cosa per i piccoli movimenti pelvici che vengono assunti man mano che la musica procede, poi amplificati e occupano tutto lo spazio sul palco. Il matrimonio tra queste varie esplorazioni gestuali e la musica, tutte diverse tra loro, funziona meravigliosamente. È questo splendido duo e l’incarnazione sentita e vera degli interpreti che ci tengono in sospeso. Nonostante ciò, alcuni momenti sarebbero stati più sorprendenti con un’illuminazione più assunta e dettagliata, soprattutto con la decisione di avere tele e luce naturale.

Sempre più lontano

In un’altra parte del pezzo, uno dei ballerini si fa avanti, le mani in tasca, e inizia a ondeggiare. Anche qui, la gradazione è lenta e bella da vedere. Poi viene seguito dagli altri tre ballerini che si fanno avanti nel quadrato e ondeggiano, ognuno a modo suo, ma tutti con lo stesso ritmo, la stessa energia vivace. Stesso lavoro durante una salita sulle mezze punte, poi un rilascio verso terra. Gli sguardi sono cooperativi, i corpi, in comunione.

La complicità tra loro è sottile, ma si vede soprattutto nel coordinamento e, a volte, nelle reazioni dei loro corpi insieme. Possiamo rilevare il lavoro a lungo termine e i numerosi scambi avvenuti durante la creazione. Il loro stile rimane individuale e unico per loro, ma possiamo rilevare la creatività di ciascuno dei due coreografi che sono riusciti a dare forma a un quartetto unito.

Montreal-Marrakech si conclude con un’effervescenza di salti, in un’euforia corporea, tuttavia controllata. Le diagonali create dagli artisti che si muovono e che si formano e si deformano sotto i nostri occhi sono accattivanti. È un respiro, pesante e pieno di soddisfazione, che conclude quest’opera.

Quindi, con Montreal-MarrakechDanièle Desnoyers e Taoufiq Izeddiou ci immergono nel loro incontro attraverso i corpi dei loro interpreti. Così, vediamo l’indagine corporea che hanno condotto tutti insieme, con una semplice, ma bella complicità. Durante tutto il pezzo, scopriamo che ogni creatore è stato in grado di sezionare il suo vocabolario per arricchirlo con quello dell’altro e, allo stesso tempo, trasmetterglielo. Un lavoro di danza raffinato e ricercato che ci trasporta nella bellezza e nella trasformazione umana dell’incontro.

Montreal-Marrakech

Il quadrato dei Lombi + Anania Danza. J

Da vedere in video

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