Titolo: Ootlin
Autore.ice: Jenny Fagan
Modificare: Lavorazione dei metalli
Data di pubblicazione: 17 gennaio 2025
Genere del libro: romano
A volte ci sono storie dietro le storie. Jenni Fagan ripercorre la sua infanzia come tutela dello Stato, l’incapacità degli adulti di ascoltarla e l’importanza nella sua stessa costruzione delle storie registrate dai servizi sociali che la riguardano.
Ootlin è, in scozzese, il nome di un personaggio che non riesce a trovare il suo posto. Ootlin è un messaggio di speranza rivolto a chi, da giovane, è stato spossessato della propria storia dalle istituzioni. All’età di 7 anni, Jenni Fagan ha già conosciuto 14 case e altrettanti nomi. La sua identità è costruita in base a ciò che dicono di lei i documenti, poiché nessun genitore è testimone del suo sviluppo. Ma stranamente, la storia che raccontiamo di lei da giovane avvantaggia sempre, addirittura protegge, gli adulti più di quanto protegga lei stessa. Sorgono allora alcune domande. Come è possibile classificare ed etichettare una vita prima ancora che esista o quando è ancora solo agli albori del suo futuro? E come possiamo rendere l’informazione conciliabile su un essere di cui non facciamo domande, l’unica narrazione valida su di lui?
A volte le lettere d’addio diventano libri. Se Ootlin è autobiografico, e salvo per il suo autore, la sua unica funzione non era quella di aiutarla a superare i suoi traumi. Né esiste la possibilità di conferirgli lo status di vittima – vittima di abusi psicologici e fisici o addirittura vittima di abbandono e silenzio. Ma esiste per denunciare un sistema che garantisce l’impunità degli adulti. I bambini sono troppo piccoli per avere voce in capitolo, anche quando il libro li riguarda. Non sanno cosa è bene per loro. Ma gli adulti falliti che hanno molte cattive ragioni per voler prendersi cura di un bambino che non è il loro hanno tutto il diritto di parlare a nome delle loro vittime. Jenni Fagan mostra che i “bambini problematici” sono il prodotto di un sistema fallimentare immaginato dagli adulti, a loro vantaggio, e che questi stessi “bambini problematici” collocati dall’infanzia spesso lo diventano a causa di tutori che preferiscono che si assumano la responsabilità della propria negligenza.
Jenni Fagan è spietata e il suo coraggio è ammirevole. Offre una voce d’oro a chi è rimasto in silenzio per troppo tempo, dotandolo di una penna incisiva e penetrante. Non c’è né troppo né troppo poco in questa storia che affascina e interroga. E soprattutto Jenni Fagan ci richiama all’ordine, noi adulti che, dimenticando i bambini che siamo stati, non diamo importanza alle storie di chi lo è.