La Terra è un vaso

Per due decenni ha pensato al cibo, si è interrogata sul senso degli odori e si è cimentata nella cottura delle nuvole. Abbiamo amato il suo “Nagori, la nostalgia della stagione che ci ha appena lasciato”, come la sua meticolosa passeggiata per Beirut o il suo saggio sul potere degli odori. Il piccolo libro che Ryoko Sekiguchi pubblica oggi è il testo di una conferenza rivolta a studenti studiosi che le permette di interrogarsi, con loro, sul significato delle parole e dei cibi, dei gusti e delle cose. L’idea che il gusto sia ovunque e in ogni cosa, che se è individuale e anche privatissimo, la sua sensazione è universale, questo ci impone. Il senso poetico dell’autore e la precisione delle sue risposte, benefanno di questo bellissimo e prezioso oggetto in miniatura una sorta di guida al gusto rivolta a buongustai e curiosi. Se dovessimo prendere una sola formula da questo piccolo libro, così ricco, così denso, sarebbe questa: “ Gli chef mi ispirano una grande ammirazione: perché devono costantemente lavorare con queste due esigenze contraddittorie: creare un piatto che possa piacere a tutti, donandogli allo stesso tempo un gusto unico e riconoscibile, il sapore del loro piatto”. E se Ryoko Sekiguchi fosse il Brillat-Savarin dei nostri tempi moderni?