La casa Grasset divide in mezza pagina la pubblicità Il mondo lodare, tra i suoi ultimi libri, quelli che si sono distinti con un premio letterario. Con, per ciascuno di essi, una qualificazione controproducente tratta da una recensione pubblicata sulla stampa. O : “Colpisce”, “Sconvolgente”, “Infiammato”, “Brillante”, “Magnifico”, “Magisteriale”, “Vertiginoso”, “Emozionante”.
Il lettore, in verità, è molto confuso. Vuole leggere un libro che sia piuttosto avvincente, o commovente, persino focoso, o perché non brillante, o addirittura magnifico, o perché fastidioso, vertiginoso o, del resto, emozionante? Il lettore esita. Si chiede se non preferisce leggere un libro che sia allo stesso tempo avvincente e commovente, ma anche brillante nel genere focoso, o che, sebbene ovviamente emozionante, che è l'ultima delle cose, sarebbe vertiginosamente vertiginoso.
Perché un libro magnifico, okay. Ma cosa ci dice che brilla con il suo lato focoso? E se non è avvincente, francamente, che senso ha? Per quanto riguarda gli autori, li immagino dei sognatori. Avrebbero voluto scrivere un libro commovente ma, sfortunatamente, è stato qualcun altro a scriverlo. Hanno appena scritto un libro brillante. Nemmeno bello. La vergogna. Ricordo un amico che, in un ristorante, chiedeva sempre “un buon Bordeaux”. Caro libraio, dammi solo un buon libro.
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