Quattro romanzi, due dizionari, un sillabario… Ecco una breve rassegna di sette opere degne di nota in questa quarantottesima settimana dell'anno.
Romanzo. “La danza dei fenicotteri”, di Yara El-Ghadban
Romanziere, editrice e antropologa nata a Dubai da una famiglia di rifugiati palestinesi, Yara El-Ghadban vive a Montreal dal 1989, dove è stato pubblicato il suo terzo romanzo, La danza dei fenicotteri. Questa utopia si apre, come una favola dai toni apocalittici, con il dilagare di uno strano “malattia del sale” intorno al Mar Morto. Indifferente alle religioni e ai passaporti, colpisce lavoratori, immigrati e turisti privi di documenti, beduini, palestinesi e israeliani. Inizialmente impegnato a salvare i malati, lo Stato israeliano li relega dietro le quinte “muro di separazione” quando l’epidemia sfugge al controllo. “Così abbiamo a nostra volta dimenticato il mondo. Le sue guerre, i suoi odi, le sue paure, la sua bruttezza. Abbiamo dimenticato il mondo, le sue mappe, le sue strade, i suoi confini. Abbiamo sostituito la vita alla morte”dice Alef, “figlio di un botanico palestinese e di un rabbino israeliano”. Abbandonati nella natura distrutta dal sale, cinquanta pazienti, tra cui i genitori di Alef, sono sopravvissuti grazie all'arrivo dei fenicotteri rosa…
Yara El-Ghabdan firma un racconto politico ed ecologico. La sua prosa poetica seduce con il suo ottimismo disperato ma necessario. La generazione di Alef, ignara del conflitto israelo-palestinese, incarna sia l'impensabile che il desiderabile: una rinascita, una seconda possibilità data a questa terra. Insensibili ai discorsi degli anziani, i giovani inventano i propri miti, così come un nuovo rapporto con i vivi. Gl. Lo ha fatto.
“La danza dei fenicotteri rosa”, di Yara El-Ghadban, Mémoire d’encrier, 280 p., 22€, digitale 15€.
Storia. “Notre-Dame de Paris”, di Claude Gauvard
In 128 pagine di grande chiarezza, Claude Gauvard compie un tour de force: scrivere la storia totale di Notre-Dame de Paris, dal Medioevo ai giorni nostri. Il medievalista ripercorre ovviamente quello della costruzione di questo gioiello gotico, paradossalmente illuminato dall'incendio che lo ha quasi distrutto nel 2019. E del suo restauro nel XIX secoloe secolo, affidato, come tutti sanno, a Viollet-le-Duc. Ma ci ricorda anche che Notre-Dame era una potente istituzione ecclesiastica. I suoi 51 canonici erano ricchi signori, che amministravano l'Hôtel-Dieu e prospere tenute agricole, mentre il vescovo di Parigi faceva automaticamente parte dei consiglieri del re nel Medioevo. Se questo prelato ha ormai perso questo ruolo politico di primo piano, le messe da lui celebrate in memoria dei Presidenti della Repubblica ricordano i legami organici che continuano ad unire Notre-Dame allo Stato e alla Francia nel suo insieme. Mio.
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