Per una volta, il Direttore dei Balletti di Monte-Carlo non compone uno spettacolo, scrive, con il solido appoggio dello scrittore Jean-Marie Laclavetine, suo complice. Ma il suo libro sembra proprio così. È un'opera corale, un girotondo di gesti, di emozioni colte nella loro forma più vivida, nel tempo, degli incontri e dei bisogni imperativi di esprimersi attraverso ciò che Maillot sa fare meglio, dare alla danza: insomma un album che esplode con un desiderio irrefrenabile di indulgere in modo diverso, tentando di spiegare l'essenza dei movimenti che lo portavano.
Altro Canto © Marie-Laure Briane
Si tratta infatti soprattutto di un libro d'amore, al quale i suoi migliori amici, i suoi preziosi collaboratori, alcuni dei suoi maggiori interpreti, i suoi prestigiosi colleghi hanno contribuito ciascuno con la propria pietra per dire bravo a questo formidabile donatore di vita che è Jean-Christophe. Maillot. Canzone d'amore, polifonica come i suoi balletti, che esplode in tutte le direzioni e mostra la molteplicità della sua spumeggiante personalità, allo stesso tempo angosciata e divertente, sperimentando mille temi, dove la morte si affianca al circo, o l'erotismo fa vibrare i corpi danzanti quanto le aspirazioni ad un orizzonte raffinato. Splendide foto, che rendono giustizia ai suoi magnifici interpreti e alla varietà delle sue opere, punteggiate da riflessioni sul cuore del suo lavoro e riconoscimenti per i suoi partner di sempre, nell'immagine o nei costumi, nella musica o nelle decorazioni.
Al centro dell'opera, un vibrante omaggio alla donna che lo abbagliò, portando con sé le sue creazioni, come un ideale sosia, Bernice Coppieters, musa, compagna e oggi insostituibile maestro di ballo. La sua immagine corre di pagina in pagina, da Juliette colpita dal suo primo e unico amore, alla sua incredibile incarnazione della Morte che bacia Marguerite in Faust, o anche una splendida silhouette nuda a pagina 132, davanti a quella dal nome così appropriato USCITA DI EMERGENZA. Nel cuore del vulcano e allo stesso tempo così rasserenante per l'ideatrice, apollinea e dionisiaca insieme, una ballerina che stupì anche Béjart, di cui fu sorprendente interprete Bolero.
Lavoretto ©Angela Serling
Fin dall'inizio, prima di tuffarci in decenni di creazione focosa o giocosa, scopriamo toccanti flashback dell'infanzia, del tempo in cui Maillot portava una criniera bionda, mentre oggi lo conosciamo con un teschio liscio come le sue guance e un vibrante omaggio a i suoi maestri, Alain Davesne a Tours, “Madame” Rosella Hightower a Cannes, John Neumeier ad Amburgo. Giovane ballerino, prima di un infortunio permanente, lo vediamo saltare in Passione secondo San Matteo di quest'ultimo, con un volo che ne ricorda anche certo Messa per il Tempo Presente di Béjart. Un affare d'epoca… Troviamo in lui un po' d'aria di Patrick Dupond pagina.16, o anche di Nureyev pagine 18 e 20, questione di zigomi! Non che vogliamo collegarlo a silhouette illustri, ma semplicemente perché si fonde con la migliore danza del suo tempo.
Irradiando dapprima la maliziosa gioia della giovinezza, per poi esplorare i tormenti e le gioie di un percorso creativo con le forme che bisogna strappare a se stessi, in un modo allo stesso tempo espressivo e intimo, il libro mostra, e più di ogni altra cosa nella testi che Maillot stesso firma, il dovere della memoria verso coloro che lo hanno formato e sostenuto, da suo padre, il grande artista visivo Jean Maillot, a suo fratello, il musicista Bertrand Maillot, dalla sua fata La monegasca, la Principessa Carolina, alla sua équipe dei Balletti di Monte-Carlo, unita, vibrante. Itinerario di un bambino che ha saputo superare gli ostacoli, di un artista onesto che conosce se stesso e che sa dire grazie: un album bellissimo da assaporare, penetrare, meditare.
Jacqueline Thuilleux
Il ballo della festadi Jean-Christophe Maillot, ed. Gallimard / Les Ballets de Monte-Carlo (304 pag., 300 foto, 45 €)
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