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Memoria. Vaux-Lavalette, nell’inchiostro dei suoi ricordi

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Ognuno ha riversato in queste pagine i propri ricordi, dalla vita in campagna alla frequentazione della scuola locale, chiusa nel 1971, o riportato quelli dei propri antenati. Monique Valadier, in coordinamento, ha anche raccolto collaborazioni occasionali. Quella di Jean-Pierre Audy, tecnico coltivatore di tabacco, che colloca nel cuore del villaggio questa produzione, durata fino agli albori degli anni 2000.

Un volume II?

Quella di Monique Lacroix, figlia di Roger, droghiere ambulante per molti anni della zona e testimone dello scontro, il 22 agosto 1944, tra le Forze dell’Interno francesi (FFI) e quattro soldati tedeschi uccisi durante questa colluttazione. Nella stanza, Francis Mansière, nipote di Marcel Meilhaud, uno di questi FFI. Quella di Éric Petit, appassionato di storia locale, che scrive chi furono i dieci morti e i dieci prigionieri di Vaux-Lavalette durante la Prima Guerra Mondiale. C’è anche la traduzione in patois, ad opera di Hélène Favroul, di racconti più osceni, “nello stile di Louis Pergaud”, autore de “La guerra dei bottoni”, nota Monique Valadier.

Tanta storia comune scritta su carta, una scommessa dolcemente folle che sembra trovare il suo pubblico, le prime cento copie sono già esaurite, la seconda è stata ordinata. E Monique Valadier dice che sta pensando a un nuovo volume dopo aver scoperto, durante la stesura di questo primo libro, la storia della vita della guardia di campagna che suonò la tromba il 1È nell’agosto 1944 a Vaux-Lavalette e morì il 28 agosto successivo sul campo di battaglia di Moislains insieme ad altri 465 Charentais.

(1) I coautori di “Le piccole storie di Vaux-Lavalette” firmeranno questo sabato 30 novembre, a partire dalle 14,30, presso il municipio di Vaux-Lavalette, e il 7 dicembre, a partire dalle 9,30. La Maison de la stampa Montmoreau.

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