Recentemente pubblicato da Pearson, questo nuovo libro di Jean-Michel HUET offre uno sguardo affascinante sulle dinamiche digitali che stanno trasformando l’Africa. L’autore, esperto riconosciuto di trasformazione digitale e consulente internazionale, esplora nel dettaglio i driver di questa rivoluzione, i suoi impatti attuali e le sue prospettive per il futuro.
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par Desk Africapresse.paris (APP)
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Dall’inizio degli anni 2000, l’Africa ha sorpreso il mondo con la rapida adozione delle tecnologie digitali. In un contesto in cui molti osservatori evidenziavano ancora le sfide strutturali del continente – come l’accesso limitato all’elettricità o all’acqua potabile – la penetrazione di Internet e dei telefoni cellulari si è evoluta in modo esponenziale. Jean-Michel Huet contestualizza questa progressione ricordando che, secondo i dati più recenti, il continente conta oggi più di 570 milioni di utenti di telefonia mobile. Questa espansione è accompagnata da una forte crescita dell’e-commerce, delle soluzioni di pagamento mobile e delle piattaforme di servizi digitali.
Questa rapida adozione non è un caso. L’autore dimostra che la gioventù della popolazione africana – con un’età media inferiore ai 20 anni – è un fattore chiave in questa transizione. Giovani africani, nati nell’era digitale, si appropriano delle nuove tecnologie con notevole facilità, creando una domanda massiccia di servizi digitali. Questa dinamica demografica, unita agli investimenti esteri nelle infrastrutture tecnologiche, ha consentito all’Africa di diventare uno dei mercati digitali più dinamici al mondo.
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Catalizzatori tecnologici
Il libro descrive nel dettaglio le tecnologie che abilitano questa rivoluzione digitale, sottolineandone l’impatto differenziato a seconda della regione del continente. Tra questi, in particolare, la crescente copertura delle reti di telecomunicazioniha 4G e 5G, è un progresso importante. Jean-Michel Huet evidenzia casi concreti: il Keniaad esempio, si è distinto per la tempestiva integrazione dei pagamenti mobili attraverso piattaforme come M-Pesa, trasformando radicalmente l’accesso ai servizi finanziari.
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Un altro fattore chiave per la tecnologia è la crescita delle infrastrutture digitali. Nuovi cavi sottomarini come 2Africa – progetto colossale avviato da Facebook e altri partner – rafforzare la connettività del continente con il resto del mondo. Questi cavi sottomarini, combinati con la proliferazione di data center locali, riducono i costi di accesso a Internet aumentandone l’affidabilità. Jean-Michel Huet insiste sul ruolo cruciale di questi investimenti, spesso avviati da attori stranieri ma ora rilevati da aziende africane.
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Attori facilitatori
In questo capitolo, l’autore analizza i ruoli dei molteplici soggetti interessati in questa rivoluzione digitale. governi, in primo luogo, hanno iniziato ad adottare strategie nazionali incentrate sul digitale. Il Ruanda, spesso citato come esempio, ha posto la tecnologia al centro del suo sviluppo economico attraverso il programma Smart Rwanda Master Plan. Anche le aziende private, locali e internazionali, fungono da motori del cambiamento. Jean-Michel Huet descrive come hanno fatto le start-up come Andela o Jumia ha dimostrato che l’Africa può non solo consumare soluzioni digitali, ma anche produrle.
L’autore non manca di sottolineare l’importanza delle organizzazioni internazionali e dei donatori. La Banca Mondiale, l’Unione Africana e le Nazioni Unite sostengono attivamente progetti volti a colmare il divario digitale. Evidenzia anche il ruolo delle diaspore africane, che svolgono un duplice ruolo: quello di investitori e ambasciatori della tecnologia africana all’estero.
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Usi in crescita
Uno dei punti di forza del lavoro risiede nella descrizione dettagliata degli usi digitali in Africa. Jean-Michel Huet esplora come la tecnologia digitale sta trasformando settori vitali come la sanità, l’istruzione e l’agricoltura. Ad esempio, nel settore della sanità elettronica, iniziative come Zipline utilizzano i droni per consegnare medicinali e vaccini in aree remote. Nel campo dell’istruzione, piattaforme come Eneza Education in Kenya consentono a milioni di bambini di accedere a contenuti educativi a costi inferiori tramite i loro telefoni cellulari.
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Anche l’agricoltura, che dà lavoro a gran parte della popolazione africana, trae vantaggio da questa trasformazione. Gli agricoltori possono ora utilizzare le app per accedere a previsioni meteorologiche accurate, ottenere credito o persino vendere i propri prodotti su piattaforme digitali. L’autore evidenzia qui una rottura fondamentale: la tecnologia non è più riservata alle aree urbane. Grazie alla sua democratizzazione, anche le regioni rurali partecipano a questa rivoluzione.
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L’impatto della pandemia COVID-19
Il libro dedica un intero capitolo all’effetto catalitico della pandemia di coronavirus. COVID 19 sulla trasformazione digitale africana. Jean-Michel Huet descrive come la crisi abbia accelerato l’adozione dei servizi digitali in tutti i settori. Le aziende, ad esempio, hanno adottato rapidamente il telelavoro, una pratica precedentemente marginale. Anche i servizi pubblici hanno seguito questa tendenza, creando piattaforme per la dichiarazione dei redditi o la registrazione per programmi sociali.
Questo passaggio al digitale è stato accompagnato da un’esplosione dei pagamenti mobili. Secondo l’autore, la pandemia ha contribuito a M-payment uno strumento essenzialecon transazioni che raggiungono miliardi di dollari ogni mese. La crisi ha così rivelato la capacità delle società africane di adattarsi rapidamente, evidenziando al tempo stesso le lacune che restano da colmare, in particolare in termini di accesso universale alle tecnologie.
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Verso l’accelerazione digitale
Per Jean-Michel Huet, L’Africa è all’alba di una nuova fase della sua rivoluzione digitale. Gli investimenti in intelligenza artificiale, blockchain e sicurezza informatica segnano una transizione verso tecnologie ancora più avanzate. L’autore insiste sul fatto che il continente non deve solo adottare queste innovazioni, ma anche diventarne un produttore attivo.
Il futuro, secondo l’autore, risiede nell’istruzione e nella formazione. Accoglie con favore le iniziative volte a formare i giovani africani alle carriere digitali, come le scuole di programmazione finanziate da Google o Microsoft. Questi corsi di formazione, sebbene ancora insufficienti rispetto alla domanda, rappresentano la speranza per una trasformazione duratura.
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Un’opera di riferimento
“Africa 4.0 – La rivoluzione digitale” è molto più di un semplice inventario. Jean-Michel Huet riesce a offrire una visione sfumata, dove i successi non mascherano le sfide. L’opera si distingue per il rigore analitico, ma anche per la ricchezza di esempi concreti. Basandosi su dati attendibili e testimonianze varie, offre una lettura essenziale per decisori, investitori e ricercatori.
In conclusione, questo libro è un vero e proprio invito a cogliere le opportunità offerte dall’Africa digitale. Con ottimismo e pragmatismo, Jean-Michel Huet ci ricorda che il continente non è solo un mercato promettente, ma anche un attore chiave nella trasformazione digitale globale.
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