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Saint-Sornin: Marielle Brie de Lagerac, la testa tra gli oggetti

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Sconsegniamo “L’arte dell’oggetto”, uscito l’8 novembre, è stato stampato in 2.500 copie. È stato come una vicina di casa che Marielle Brie de Lagerac, storica dell’arte e residente a Saint-Sornin, è venuta a presentarlo ai lettori di Trait d’union, la libreria La Rochefoucauld, invitati da Erick-Amaury Zion, venerdì sera .

Come aveva fatto qualche giorno prima, alla scuola di architettura d’interni e design Camondo di Parigi. E il suo libro ha attirato l’attenzione di Télérama che lo ha inserito nel suo numero speciale di regali di Natale.

Rispondere alle domande che nessuno si pone sugli oggetti che compongono la nostra vita quotidiana o che usiamo con più parsimonia è la grande ambizione di Marielle Brie che per prima ha realizzato un blog a riguardo nel 2016. “Quando ho lanciato questo blog, mi sono detta che sarebbe fantastico un giorno farne un libro. Non pensavo che sarebbe stato possibile allora. È stato un designer a mettermi in contatto con l’editore. »

Tanto accademico quanto divertente, il blog, e ora il libro, è al crocevia tra archivi ufficiali (“vado regolarmente alla BNF”), aneddoti, illustrazioni d’epoca, il tutto raccontato in chiave ironica. Tutto tranne una tesi pesante ma al contrario ridente e divertente, come il suo autore.

“Ci chiedevamo che fine avesse fatto il pallone toccato dalla mano di Maradona…”

Delle 120 cronache scritte in otto anni è stato necessario selezionare, sfoltire, riscrivere, sintetizzare. «Ne ho tenuti una trentina, che ho dovuto abbreviare, e ne ho scritti una decina nuovi. » Per arrivare al numero 50. Sapere che una rubrica rappresenta un mese di lavoro, tra la caccia alle fonti e la scrittura.

Leggendo il riassunto si ha l’impressione di trovarsi sulla soglia di una casa benestante: vestibolo, salone di ricevimento, gabinetto delle curiosità, bagno, aranciera, ecc.

Poi si naviga, di stanza in stanza, per imbattersi, di volta in volta, in un “bataporta” e in un “portacandele a forma di cervo”, in una “mela profumata” e in un “orologio floreale”, e, seguendo un un’altra logica, un “anello di fidanzamento” e un “dildo” (!).

“Mostra cosa potrei fare”

Degli oggetti, Marielle Brie de Lagerac, 38 anni, ha fatto di loro, anno dopo anno, nel tempo, la sua area di competenza. “All’inizio, il blog era una vetrina per i professionisti dell’arte a cui volevo avvicinarmi mostrando loro quello che sapevo fare”, spiega la persona che fornisce contenuti a galleristi, musei, designer, media, ecc.

Originaria di Angoulême, che ha trascorso la sua infanzia a Saint-Amant-de-Nouère, non scrive solo per il suo blog e per i suoi diversi clienti; collabora con altri media, generalisti e specializzati. “Dal 2019 ho una rubrica fissa, “Le Glossaire”, sulla gazzetta Drouot. »

Sulla stessa linea del blog, una recente collaborazione con la rivista Le Point è stata l’occasione per mettersi sulle tracce di oggetti feticcio scomparsi: “Ci siamo chiesti che fine hanno fatto la ballerina di Maria Antonietta sul patibolo, il coltello di Ravaillac e la palla toccata da La mano di Maradona…”

Il suo articolo sulla rivoltella, “una delle mie preferite”, disponibile nel libro, gli è valso l’opportunità di partecipare a un programma radiofonico di Samuel Colt su Culture nel 2020. Mentre la giornalista gastronomica Julie Andrieu lo aveva invitato nei suoi taccuini a si parla dei gusti dell’imperatrice Giuseppina, moglie di Napoleone, su France 5.

In Charente, anche Marielle Brie de Lagerac dimostra un’attività plurale. Fa regolarmente da guida al tesoro della cattedrale, dà lezioni alla scuola d’arte di Grand Angoulême e tiene conferenze al Museo delle Belle in alcuni giovedì.

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Mentre una seconda visita è prevista per il 19 dicembre alla libreria Rupificaldienne, la sua promozione Charente lo porterà al mercatino di Natale di Aubeterre il 22 dicembre, alla libreria La Lisière.

“L’arte dell’oggetto”. Marielle Brie de Lagerac. Edizioni Piramide. 272 pagine. € 29,90.

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