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Rachel Cusk, verso la luce

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La scrittrice britannica Rachel Cusk, nel 2022.

Sembra una vite. Con una figura agile e snella, tutta vestita di nero, Rachel Cusk ci accoglie a piedi nudi in un vecchio edificio del Marais. «XVIIIe secolo, sì…conferma. Magnifico…, ma quando piove, piove anche sulle scale. » Lei ride: in fondo, che importano i problemi di impermeabilizzazione, visto che, stabilendosi in questi luoghi, ha visibilmente ritrovato una forma di serenità.

Dio sa, però, che Rachel Cusk è stata in movimento per tutta la vita! Nato in Canada da genitori britannici, lo scrittore visse negli Stati Uniti, in Inghilterra (Londra, Oxford, Exmoor, Bristol, Brighton, ecc.), fece una deviazione attraverso l'Italia poi ritornò nel Regno Unito prima di fuggire all'epoca della Brexit. “Eravamo determinati a restare in Europadice parlando di lei e del marito, il pittore Siemon Scamell-Katz, che prepara il tè in cucina. Siamo qui da tre anni. E, questa volta, è finita, non ci muoveremo più. »

Cosa lega questo scrittore “con la suola al vento” al continente? “Dovevo trovare qualcosa…disse, alzando le spalle. Qualcosa che non rifletteva chi ero già. » Cosa significa? che il posto di outsider gli si addice bene: “Non lo so, non giudico nulla e sto imparando continuamente! » In Paratail suo nuovo romanzo, il primo libro scritto in Francia, fa dire a uno dei suoi personaggi di essere finalmente diventato un viaggiatore senza bagagli. Come se per molto tempo fosse stato il suo fardello. “ Come se, all'estero, avesse finalmente potuto liberarsi dalla predestinazione imposta dall'identità ed essere libero. »

Rachel Cusk scrive da trent'anni. Nel 1993 ha pubblicato Salvare Agnese (“Salvate Agnes”, non tradotto), che attirò subito l'attenzione d'Oltremanica e vinse il Premio Whitbread come primo romanzo. Tuttavia, ci vorranno altri quindici anni per essere tradotto in francese, con Parco di Arlington (L'Olivier, 2007), adattato per il cinema da Isabelle Czajka, con Emmanuelle Devos, dal titolo Vita domestica (2013). Incontriamo quattro donne che, come dicono, hanno tutto per essere felici ma si sentono fondamentalmente impossibilitate a realizzarsi. Come più avanti Gioco (L'Olivier, 2013), Dipendenza (Gallimard, 2022) o anche nella sua trilogia Contorno (Folio, 2022), quasi tutti i principali temi cuskiani sono già presenti Parco di Arlington : matrimonio, distanza, violenza, vita intellettuale e, soprattutto, posto assegnato alla donna, maternità, sacrificio…

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