“Da oggi e per i secoli a venire, Yourcenar rimarrà questa sfinge. Un misto di contadina fiamminga e prezioso Grand Siècle. Imperatore romano e dea indù. Monaco tibetano e strega medievale” scrive Bigot con la sua penna colorata e raffinata prima di prendersi giocosamente degli “Immortali”, dei loro capricci, dei loro reumatismi e del profumo di Shalimar che profuma l'emiciclo.
Considerando la spada accademica troppo fallica, l'autore di The Work al nero (Gallimard, 1968) fu offerto un denario d'oro con l'effigie di Adriano, montata ad anello. Riviviamo il suo arrivo sotto la Cupola come se fossimo lì. Vale la pena ricordare i dettagli, noti ma a volte dimenticati. Sono inutili, però, rispetto a quanto segue.
Brandissons L'opera nera di Yourcenar di fronte alla barbarie degli ayatollah
Appena terminata la cerimonia, la nuova Accademica si allontana dalla festa per andare a celebrare il suo trionfo altrove e soprattutto con qualcun altro, il suo ultimo amore, quello la cui silhouette slanciata, fumando una sigaretta nel bosco della sua proprietà nel Maine. all'improvviso la commosse più di quanto fosse ragionevole.
Come l'altra Marguerite (Duras), e quasi contemporaneamente – siamo nel 78 -, vivrà quindi una nuova primavera alla fine della sua vita nei panni di un Adone, giovane fotografo omosessuale di quarantasei anni. il suo giovane, Jerry Wilson, per il quale, all'età di 76 anni, perderà la testa e perfino la dignità, a volte a rischio della propria vita. Ma cosa fare? Al contatto con lui, e soprattutto agli esordi, riscopre una vitalità dimenticata, la fiducia nel proprio potere di seduzione e ringiovanisce di cinquant'anni.
Ispirato da eventi reali
Bigot, professore di letteratura e autore di L'Arcangelo e il Pubblico Ministero (Gallimard, 2008, Premio Mottard dell'Accademia di Francia) che si ispira a eventi reali e alla tentacolare biografia di Yourcenar in questo vero romanzo della passione tra lo scrittore e il fotografo dimostra fino a che punto l'amore può distruggere tutto e acuire la nostra vulnerabilità.
Nonostante gli onori, il talento, tutta questa vita dedicata alla costruzione di un’opera tra le più riconosciute, nonostante la sua feroce intelligenza e il suo prestigioso entourage – non tutti pranzano con Antoine Gallimard o con il Presidente della Repubblica –, la ieratica donna delle lettere e delle fripée non seguire quest'uomo fino ai confini della terra, vivere al ritmo dei loro viaggi, vedere il loro rapporto deteriorarsi, accettare anche i colpi, gli insulti e perfino il nuovo amante di Jerry, un violento tossicodipendente che accompagna il fotografo nella sua discesa agli inferi.
Sovversiva e appassionata, questa storia d'amore è scritta nel corso di diversi anni e stagioni, come un amore che inizia nella gioia del rinnovamento primaverile e termina nella fredda solitudine dell'inverno. È vissuta in tutto il mondo, dai Caraibi al Giappone, passando per l'Inghilterra, ma anche su entrambe le sponde dell'Atlantico poiché quando si incontrarono, Jerry Wilson viveva a Parigi e a Yourcenar, sulla sua isola, a Mont Désert, a Petite Plaisance, con Grace Frick, sua traduttrice e compagna per quarant'anni, che vide molto negativamente l'arrivo di Jerry Wilson nella loro casa e che morì di cancro pochi mesi dopo.
All'inizio Jerry ammira colei che è incoronata di prestigio naturale, la considera una leggenda, teme di non essere all'altezza di lei. Poi, poco a poco, il tempo fa il suo lavoro. Durante la loro relazione, la scrittura viene spesso sospesa e Che cosa ? Eternità verrà scritto con linee tratteggiate. Insieme gli innamorati firmeranno due opere, Blues e gospel (Gallimard, 1984) e La voce delle cose (Gallimard, 1987). L'erotismo ritorna per miracolo e soprattutto a pezzi. Christophe Bigot suggerisce più di quanto racconta sui possibili rapporti sessuali.
Vite e passioni di Yourcenar
Ciecamente
Cieco fino alla fine, il segretario perpetuo – il maschile resta appropriato all'Accademia – si convincerà, e cercherà di convincere chi lo circonda, che Grace l'ha affidata a Jerry, come un passaggio di testimone che giustifica che l'amante se ne vada fino ad occupare la stanza di colui che è appena morto.
Incredulo e tuttavia commosso, il lettore seguirà il filo di questa storia, sfumata e venata di accenti di verità, senza mai giudicare questa grande signora della letteratura che ha ceduto al desiderio di un ultimo slancio, alla freschezza della giovinezza, al fascino di novità, al fascino di un bambino grande, spensierato e fragile, ammirativo e attento a volte, manipolatore, senza dubbio. Ma c'è chi preferisce l'intensità al vuoto, le vibrazioni alla lenta rinuncia ai sentimenti, l'illusione dell'amore alla realtà troppo dura della vecchiaia. Chi li biasimerà?
⇒ Un altro mi aspetta altrove | Romanzo | Christophe Bigot, Éditions de La Martinière, 221 pp., 20€
ESTRARRE
“Il mondo ha alzato la frusta: su chi cadrà?
Non c’è un eccesso in questi movimenti incessanti? Teme sempre di più di offendere gli dei. Come Ulisse nostalgico di Itaca, sogna costantemente Petite Plaisance. Perché l'ha imparato nel modo più duro: il dolore di vivere ti porta ovunque con te. “
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