La storia inizia con l'impegno di Estela, che ha lasciato condizioni di vita precarie nel sud del Cile, presso una ricca famiglia di Santiago. La coppia stava cercando a “lavoratrice domestica, buona presentazione, tempo pieno”. Le sarà richiesto di prendersi cura del nascituro tanto quanto di assicurarsi che la residenza sia “pulita”, cioè impeccabile, immacolata.
Precisione chirurgica
Estela ha 33 anni quando inizia a lavorare, altri sette quando muore Julia, la bambina. Quella che ha la sua stanza in un ripostiglio vicino alla cucina chiama i suoi dipendenti Monsieur e Madame. È con precisione chirurgica che Alia Trabucco Zerán descrive i compiti che Estela svolge nel corso di una giornata. Il suo sguardo sui rapporti di classe è incisivo, per non parlare della condiscendenza che riceve. Tutto questo raccontato in prima persona. Possedere è un romanzo straordinario sui rapporti di dominio e denaro la cui forma è tanto originale quanto sorprendente: sia il lettore che la lettrice vengono regolarmente messi in discussione.
“Sette case vuote” di Samantha Schweblin
Mentre leggiamo, ad ogni azione, crediamo che il pericolo stia arrivando anche se questo non necessariamente si materializza. Ma quando ciò accade, ne usciamo completamente sconvolti. In un cassettone sono conservate le sei uniformi della cameriera (per ogni giorno della settimana, essendo la domenica il suo giorno festivo). Agghiacciante è il passaggio in cui Julia afferra uno dei vestiti per “recitare” il ruolo della sua tata davanti a Estela. Inquietante quella in cui il bambino minaccia di denunciarla. Perché Estela nasconde certe cose.
La maestria di Alia Trabucco Zerán si traduce in un thriller opprimente. Che si interroga anche “realtà e irrealtà”nozioni utilizzate dallo scrittore.
⇒ Possedere | Romanzo | Alia Trabucco Zerán, tradotto dallo spagnolo (Cile) da Anne Plantagenet | Robert Laffont, collezione “Pavillons”, 271 pp., € 20,90
ESTRARRE
“Vi avevo avvertito fin dall'inizio che questa storia ha diversi inizi: il mio arrivo, mia madre, il mio silenzio, il cane Yany, lavare i piatti, stirare le camicie e riempire il frigorifero. Ma ogni inizio, inevitabilmente, porta alla stessa fine . Come i fili delle ragnatele che sono tutti collegati al centro.”
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