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Lo scrittore è un artista come gli altri?

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In un caso recente, un famoso cantante popolare (Pierre Perret per non parlare di lui), tramite una società incaricata di rappresentarlo nella negoziazione ed esecuzione di contratti legati alla sua attività artistica, aveva concluso, tra il 2006 e il 2015, sette contratti editoriali con una casa editrice, avvalendosi di contratti stipulati dalla società dell’artista ; e non con i soliti modelli della casa editrice.

In acrobat c’è una banca…

A fine 2016 la casa editrice ha pubblicato l’ottava opera di Pierre Perret, dal titolo La mia vita nel vino. Tuttavia, le parti non avevano formalizzato per iscritto alcun contratto di edizione. Tramite SMS, poi tramite lettera raccomandata con avviso di ricevimento, l’editore ha chiesto alla società di Pierre Perret di inviargli il contratto di edizione relativo alla cessione dei diritti di questo libro. Per posta, la società di Pierre Perret ha infine inviato un contratto che prevedeva il trasferimento dei diritti per un periodo di un solo anno (i contratti precedenti erano stipulati per periodi che andavano dai due ai cinque anni) e prevedeva una remunerazione pari al 20% del prezzo al pubblico l’edizione attuale con un anticipo di 150.000 euro (invece di 100.000 euro dei contratti precedenti).

Tramite e-mail, l’editore ha rifiutato questo contratto in quanto conteneva clausole irrealistiche che non figuravano in nessuno dei contratti precedenti e ha chiesto una versione conforme alla prassi precedente.

In risposta, la società di Pierre Perret ha criticato l’editore per lo sfruttamento del libro La mia vita nel vino in violazione dei diritti d’autore dell’artista, in mancanza di un contratto scritto firmato, gli ha vietato di continuare tale sfruttamento e gli ha condannato a risarcire a titolo provvisorio la somma di oltre un milione di euro a suo danno. Atmosfera. Infine, la società di Pierre Perret ha citato in giudizio l’editore per violazione del diritto d’autore e risarcimento dei danni.

Per difendersi, l’editore (Le Cherche-Midi) ha fatto valere l’esistenza di un accordo di principio tra le parti riguardante la pubblicazione e l’obbligo esclusivo per prova di un contratto scritto. Ma essendo la migliore difesa l’attacco, l’editore è stato più offensivo nel far valere che, trasmettendo il contratto solo dopo otto mesi di attività e istigandone la conclusione sotto la minaccia di un’azione per contraffazione, la società di Pierre Perret aveva abusato dei suoi diritti.

Per scrivere serve un contratto scritto…

In primo luogo, la Corte ha ricordato i requisiti della normativa, vale a dire che, ai sensi dell’articolo L. 131-2 del Codice della proprietà intellettuale, “ contratti di rappresentanza, editoria e produzione audiovisiva […] devono essere registrati per iscritto. Lo stesso vale per i permessi di esecuzione gratuita. I contratti con cui viene trasferito il diritto d’autore devono essere stipulati per iscritto »; che ai sensi dell’articolo L. 132-7 paragrafo 1 dello stesso codice, “ è richiesto il consenso personale scritto dell’autore » e, infine, che ai sensi dell’articolo L. 122-4 dello stesso Codice della proprietà intellettuale, si prevede che “ qualsiasi rappresentazione o riproduzione totale o parziale effettuata senza il consenso dell’autore o dei suoi aventi causa è illegale. Lo stesso vale per la traduzione, l’adattamento o la trasformazione, la disposizione o la riproduzione mediante qualsiasi arte o processo. ».

In secondo luogo, il tribunale ha ritenuto che, inviando una lettera allegata al contratto di edizione a condizioni esorbitanti, la società dell’artista aveva dato il suo consenso esplicito al diritto di riproduzione del libro e alle condizioni della cessione di tale diritto d’autore, vale a dire i diritti ceduti, la durata e condizioni dell’incarico ai sensi dell’articolo L. 131-3, paragrafo 1.

In terzo luogo, il tribunale ha esaminato i termini fioriti degli scambi tra la società dell’artista e la casa editrice sulle clausole divergenti dalla precedente prassi delle parti: ” Queste clausole che vi danno tanto fastidio non sono che la logica conseguenza delle violazioni contrattuali ripetute ab libitum dalla vostra azienda e dal gruppo editoriale a cui appartiene, violazioni che sono oggetto delle mie rimostranze e oggetto delle mie discussioni. È ovvio che mettere i puntini in questo contratto nel tentativo di avere conti chiari e sinceri non può che darvi fastidio e la vostra acrimonia non fa altro che giustificare la necessità dei chiarimenti che ho inserito. (…) Mantengo tutte le clausole contenute nel contratto inviato, contratto che intendo venga rispettato integralmente, che non potrà che evitare una nuova controversia. »

Per la corte, questi termini hanno dimostrato che le nuove clausole della proposta di contratto per l’edizione di La mia vita nel vino sono stati inseriti come ritorsione per rimostranze avanzate dalla società dell’artista relative all’esecuzione di contratti relativi a due precedenti opere.

Consumare con moderazione

Pertanto, sulla base di tali termini, il giudice ha ritenuto che “ pretendendo la firma di un contratto a queste nuove condizioni, sotto la minaccia di violazione del diritto d’autore per il solo motivo dell’assenza di un contratto scritto, la società dell’artista ha deviato le disposizioni del codice della proprietà intellettuale relative alla formalità del contratto e il loro scopo » e respinse Pierre Perret di tutte le sue richieste contro il suo editore (TJ Paris, 3e cap., 2e sez., 7 avr. 2023, n. 20/00009). Come il vino, i procedimenti legali dovrebbero essere consumati con moderazione!

Alexandre Duval-Stalla

Olivier Dion-Alexandre Duval-Stalla

Alexandre Duval-Stalla è avvocato presso il Foro di Parigi e scrittore. Ex segretario del Congresso degli avvocati di Parigi (2005) ed ex membro della commissione consultiva nazionale sui diritti umani, è presidente fondatore dell’Associazione “Leggere per uscirne” che promuove il reinserimento attraverso la lettura delle persone detenute e del libro di André Malraux premio letterario.

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