Far nascere te stesso tornando alle tue origini, alle tue radici, al tuo passato familiare è un po’ come la storia del libro di Miguel Bonnefoy, Il sogno del giaguaroedito da Rivages, che ha appena vinto il Prix Femina 2024 e il Grand Prix de l’Académie française: “ Sognavo questo premio sin dal mio primo romanzo, Le Voyage d’Octavio, che ho pubblicato dieci anni fa, quando sono arrivato in Francia. Sono stata spesso finalista perché la giuria di Femina è sempre stata molto generosa nei miei confronti. È un premio che può darmi una bella luce sul mio lavoro in cui metto molto in risalto le donne. »
Una storia di famiglia
Il sogno del giaguaro è una saga familiare, stravagante, abbondante, tropicale e sensuale. Racconta la storia della famiglia di Miguel Bonnefoy da tre generazioni tra Venezuela, Cile e Francia. Questa straordinaria, straordinaria storia mescolata a mitologie e leggende ha come veri eroi, Antonio e Anna Maria, i nonni dello scrittore. Nati in povertà, attraverso la perseveranza, il lavoro e l’amore, diventeranno medici e chirurghi. Poi creare università, scuole a Maracaibo, la città da cui provengono. Oggi lì c’è una statua del nonno di Miguel e persino un quartiere che porta il suo nome. Fu in una strada di Maracaibo che nacque Antonio, intorno al 1910, un bambino abbandonato il terzo giorno dai suoi genitori sui gradini di una chiesa: “È la leggenda di famiglia che la gente mi ha sempre raccontato. Sembra che sua madre sia morta di parto e che suo padre, un marinaio, fosse completamente scomparso. Questo bambino fu abbandonato alla povertà, ma fu accolto e allevato da una signora, Thérésa, che tutti chiamavano la muta perché aveva problemi di articolazione. » Questo bambino crescerà in un bordello tra le prostitute.
Una nonna con una storia straordinaria
La nonna di Miguel Bonnefoy sarebbe diventata la prima ginecologa donna in questa regione del Venezuela. Sarà famosa in tutta la regione perché si batté per il diritto all’aborto, che era proibito. Quando era più giovane, fu espulsa dalla scuola religiosa perché il direttore riteneva che fosse un genio e che non avesse niente da fare lì. Lo aveva scritto in una lettera a suo padre. Crescerà con questa frase per tutta la vita e le darà la sicurezza necessaria per diventare medico e scalare le montagne. Solo che quando suo padre morì, trovò la lettera dove effettivamente aveva scritto; “Tua figlia è un’idiota, non ha affari con noi Educala a casa”. : “Mi è piaciuta molto questa idea di questo padre che, aprendo questa lettera, legge questa profezia autodistruttiva. E che decide di trasformarla in una profezia che si autoavvera per convincere la figlia. »
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