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COLLOQUIO. “Hitler ha sempre sognato un architetto”: il romanziere Jean-Noël Orengo in dedica a Tolosa

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l'essenziale
Con “Tu sei l'amore infelice del Führer”, Jean-Noël Orengo regala un romanzo affascinante incentrato sul rapporto tra l'architetto Albert Speer e il dittatore tedesco. L'opera è ancora in corsa per il Premio Goncourt riservato agli studenti delle scuole superiori. Per scoprire il sabato alle Ombres Blanches.

La Dépêche du Midi: Il titolo del tuo lavoro dice molto sul suo contenuto…

Siamo alla fine del 1939, appena uscito da un convegno sulla riqualificazione della futura Berlino. L'architetto Albert Speer fu incaricato di questo progetto voluto da Hitler. Ampliò il progetto, lo sovradimensionò e uno dei suoi subordinati, Karl-Maria Hettlage, vedendoli insieme, gli disse: “Tu sei l'amore infelice del Führer”. Ciò che mi ha colpito è che implica un'omosessualità implicita. Ma è qualcosa di molto strano e che dice tutto sul rapporto, anche al di là del rapporto con Hitler, con un lato non necessariamente intellettuale dell'ideologia della politica ma con l'affetto del rapporto con il corpo, con l'impulso. Tutto questo si lega alla psicologia, al furore, all'entusiasmo delle masse per un leader politico, per un'ideologia. E per di più siamo in un vero romanzo, non in una finzione.

Perché i capitoli del libro assomigliano allo svolgersi di una storia d'amore?

Penso che sia una storia d'amore tra due uomini, non sul piano della sessualità ma su quello della reciproca fascinazione. Uno è un uomo di potere e l'altro, nella sua caratteristica più estrema, è un uomo d'arte, nella sua dimensione più ambiziosa, e l'uno è il riflesso dell'altro. Hitler ha sempre sognato di diventare un architetto, Speer ha scoperto una passione per il potere. Con loro, è l’ultima volta che un regime politico considererà l’arte come mezzo essenziale per governare e, soprattutto, per apparire agli occhi dei contemporanei, del futuro e della storia.

È per questo che usi il termine contro-narrativa?

Lo uso alla fine del romanzo perché mi è sembrato che, dato che il libro è costruito, soprattutto nella prima parte, sulla ripresa delle scene con Albert Speer di cui parla nelle sue memorie o di cui avevamo sentito parlare a questo proposito, ci si potrebbe rendere conto della natura talvolta non plausibile di queste informazioni. Ed è quindi la contro-fiction che permette, attraverso la finzione, di sminuire le fake news, provenienti da un individuo che afferma di dire la verità. Ma vediamo che è troppo bello per essere vero. Sono persone che mettono la loro storia nell'abisso, nell'essenza del termine. All'inizio, nell'aspetto della costruzione e, man mano che la guerra avanza, nei partiti e nei crimini che provocano e per i quali sanno che dovranno pagare di fronte allo spettro della sconfitta. Per loro, in ogni caso, la storia ricorda solo i grandi fatti, i gesti forti e non tiepidi. Che si tratti di monumenti o di crimini, hanno lasciato il segno nella storia umana.

Sì, poiché queste figure abiette sono ancora presenti…

Creiamo tiranni post-mortem. Non siamo più nella “damnatio memoriae” dell'Antichità, nozione molto forte per cui quando un tiranno viene riconosciuto come tale, il suo nome viene scritto sulle pietre, il suo volto e le sculture scompaiono. C'è un'iconoclastia della tirannide che sarebbe quindi una punizione attraverso l'oblio, quindi una sorta di doppia morte per i suoi poteri. Per noi non è affatto così, siamo in una logica della memoria ma di fatto, imbattendoci in una logica della celebrità, Hitler è diventato il personaggio mitico più famoso del mondo. Nel profondo di un villaggio indonesiano, la gente sa chi è Hitler, conosce il saluto hitleriano. È inevitabile e ci riporta al modo in cui creiamo le nostre celebrità. Gandhi ha avuto il suo quarto d'ora di fama sulla scala della storia, ma è stato Hitler ad avere il suo giorno di fama sulla scala del tempo. Gandhi è quasi più conosciuto altrove che in India, in India e in Occidente non è molto popolare e negli altri paesi non è molto popolare.

Con Speer l’arte si avvicina al potere estremo…

Sì, per lui l'architettura è una potenza. Un potere sullo spazio, sulla memoria su larga scala. C'è l'idea di Speer che prende il controllo dello spazio urbano di Berlino per soddisfare il suo potere e quella della fascinazione di Hitler per Speer, per l'architetto, per le arti. Allora sa di occupare un posto sorprendente. Ha un lato Dorian Gray con questo elemento di seduzione che esercita. Se lo ricorda poi quando è in prigione, rilegge la sua vita alla luce della letteratura e riesce a sedurre le sue vittime come la storica Gitta Sereny, il rabbino Raphaël Geis e perfino Simon Wiesenthal (cacciatore di nazisti austriaco, ndr).

Sabato 16 novembre alle 17 nella libreria Ombres Blanches (3, rue Mirepoix). Come. 05 34 45 53 32. Libro “Tu sei l'amore infelice del Führer” di Jean-Noël Orengo (Grasset, 272 p., € 20,90).

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