Immersioni nel XVIII secolo
Quando Liselotte Lissan, di origine borghese, sposò il barone cadetto de Beaupré, entrò nell’ambiente della piccola aristocrazia che non conosceva. Dal suo matrimonio nel 1786 alla fuga dal castello nel 1789, Isabelle Duquesnoy ci racconta tutto nei dettagli, il che è una vera delizia.
Senza voler entrare nei dettagli della storia, Liselotte scoprirà come gestire una casa, attraverso la passione del marito: l’allevamento di uccelli (dal fagiano allo struzzo ma compreso il pappagallo che occupa un posto importante nella storia).
Il posto della donna in questa società del XVIII secolo è un tema importante del romanzo, perché Liselotte si ritroverà prima orfana e quindi in balia del fratello, poi sposata in balia del marito e infine vedova, in balia della povertà. .
Lasciamo Liselotte mentre fugge dai rivoluzionari, con un seguito pianificato.
Qui ritroviamo lo stile di Duquesnoy, senza però il lato acerbo e crudo, che un po’ mi è mancato, lo ammetto. È un po’ più fluido del solito, ma non è meno interessante.
“Fin dalla nascita, ci viene ripetutamente detto che solo il Cielo e le possibilità della nascita distribuiscono le carte. (…). Non ditelo a nessuno, ma sappiate che condivido le idee di Jean-Jacques Rousseau: le disuguaglianze nascono dalla volontà di uomini potenti, e non per volontà di Dio.” p.96
“Dietro un matrimonio che dura c’è sempre una donna che sopporta tutto.” p.114
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